Non avere paura del lupo – Intervista a Mia Canestrini

Mia Canestrini è specializzata in Conservazione della Biodiversità. Si è messa sulle tracce dei lupi da studentessa di Scienze Naturali, quando come tesi doveva cercare segni di presenza del lupo per studiarne la genetica. Oggi Mia è una “lupologa”, ed è una delle più preparate. Tra le sue attività, è impegnata anche a insegnare alle persone a convivere con l’animale di cui gli uomini hanno una paura ancestrale e un’attrazione infinita. L’esperienza personale di Mia é confluita nel libro “La ragazza dei Lupi”, edito per i tipi Piemme e si intreccia con la storia più grande del lupo in Italia. E’ anche la storia di come i lupi le hanno insegnato a seguire la strada della libertà.

mia-con-libroAlcuni studenti dell’Itis Viola-Marchesini, dell’indirizzo Chimico, l’hanno intervistata per noi…

Perché hai scelto di studiare i lupi?
Ho sempre amato gli animali, fin dai tempi del Liceo. Soprattutto i cani, creature splendide e intelligentissime. Il mio interesse per i lupi è stato un passaggio abbastanza naturale nato dalla curiosità, inizialmente, di studiare gli aspetti e le caratteristiche di quelli che, potremmo definire, i progenitori dei nostri amici domestici.

Com’è stato il tuo primo incontro con i lupi?
Il mio primo incontro con i lupi è avvenuto del tutto occasionalmente alle porte di Bologna, non lontano da dove vivevo. In quella circostanza mi sono imbattuta in un branco composto da una lupa seguita dai suoi cuccioli, ed è stata un’emozione fortissima.
Nel corso della mia esperienza lavorativa, vissuta lungo la dorsale appenninica, (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano) che ha richiesto lunghe permanenze in luoghi isolati, ho avuto spesso modo di percepire la presenza di questi splendidi animali, di osservarne le tracce e, a volte, di ritrovarne i corpi esanimi. Il lupo è un animale riservato, difficile da incontrare, dotato di un fiuto finissimo che tendenzialmente evita il contatto con l’uomo.Quando avverti la presenza di un lupo speri sempre di poterne incrociare lo sguardo. Quando ulula sembra incarnare la voce della foresta, della natura.

Nel libro ci proponi un’interessante analogia tra gli uomini ed i lupi…
Direi che gli uomini assomigliano ai lupi più di quanto si possa pensare. Sono entrambe creature sociali, che vivono in comunità; solidali con chi è in difficoltà; intelligenti e curiosi. Il senso della famiglia del lupo è alto quanto quello dell’uomo. A riguardo ricordo vivida un’esperienza legata all’osservazione del comportamento di un branco di lupi nei confronti di un cucciolo che presentava una paralisi agli arti posteriori. Ebbene in tutti i fotorilevamenti registrati il cucciolo compariva sempre insieme al branco; arrancava dietro ai fratelli trascinandosi sulle zampe anteriori, la lingua penzoloni, fino a quando è diventato un lupo adulto. Evidentemente il branco non lo aveva mai abbandonato, non ne aveva fatto uno scarto, si era preso cura di lui. Così come spesso l’uomo fa nei confronti dei propri cari quando vivono una situazione di difficoltà.

Quali sono i pregiudizi intorno ai lupi?
Non sempre è stato facile confrontarsi con pastori che si sono visti abbattere dei capi di bestiame a causa degli attacchi dei lupi. Però posso dire che, nel corso del tempo, ho avuto modo di consolidare rapporti di amicizia proprio con quei pastori che, inizialmente, opponevano più resistenza al ritorno dei lupi e alla necessità della loro tutela. Alcuni di loro si sono addirittura prodigati per salvare qualche lupo in difficoltà. Un altro pregiudizio duro a morire è che la presenza del lupo tra le nostre montagne sia opera di un reinserimento pilotato dall’uomo. In realtà il ritorno e il ripopolamento del lupo è dovuto principalmente all’approvazione di leggi a tutela del paesaggio e dalla fauna, oltreché istitutiva di nuovi parchi. Oggi per fortuna il lupo, nel nostro territorio, gode di ottima salute e non è più considerato un esemplare in via di estinzione.

Come possono la cultura e la scuola contribuire al processo di salvataggio degli animali in via d’estinzione e più in generale di tutela dell’habitat in cui viviamo? La tutela dell’ambiente, della natura, del paesaggio, è una questione di coscienza civile che si costruisce nel lungo periodo.Ecco perché il ruolo della scuola è fondamentale. La salvaguardia della fauna e del paesaggio, che comprende anche i bellissimi fenicotteri che nidificano nel vostro territorio, non vuol dire solo salvare un animale splendido e unico, che altrimenti correrebbe il rischio di estinguersi, significa salvare un territorio dalla sua rovina. La tutela del paesaggio è il passaporto per la salvezza dell’umanità.

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BIODIVERSITA’ La biodiversità costituisce la rete della vita sulla nostra Terra: la varietà di tutti gli organismi viventi, come piante, animali e microrganismi e gli ecosistemi di cui sono parte. Tuttavia la natura e la biodiversità stanno oggi scomparendo ad una velocità allarmante.

Le principali minacce per le oltre 8.500 specie sono: il sovrasfruttamento e l’agricoltura, a cui si aggiungono l’inquinamento e il cambiamento climatico.

La biodiversità costituisce l’infrastruttura che sostiene tutta la vita sulla Terra. I sistemi naturali e i cicli biogeochimici che la diversità biologica genera consentono un funzionamento stabile dell’atmosfera, degli oceani, delle foreste, dei vari territori e dei bacini idrici. Essi costituiscono i prerequisiti per l’esistenza della società umana e di tutte le altre specie che abitano il nostro Pianeta. (tratto da WWF.it)

 

 

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