E’ tempo di salire sul palco
Tutti pronti al saggio natalizio. Natale è ormai alle porte e con sé porta tutta una serie di appuntamenti immancabili: la corsa ai regali, i preparativi per il presepe e l’albero, cene varie e le immancabili recite scolastiche. Ammettiamolo cari genitori, quanti di voi sono già lì, agenda alla mano, per incastrare la partecipazione allo spettacolo scolastico, in mezzo agli altri mille impegni di questo periodo?!? A cominciare dalla scuola materna, fino alla primaria con date e appuntamenti che si rincorrono all’impazzata. I genitori cercano di districarsi tra gli impegni, prendendo permessi e cercando di essere presenti sempre e comunque, quando il proprio figlio si esibisce in qualche attività.
Gioie e Dolori. Qualcuno attende questo appuntamento dall’inizio dell’anno, altri spererebbero di essere già al 30 di Giugno e aver concluso qualsiasi impegno riguardante la scuola. E i nostri bambini? Loro come si sentono e come si preparano a questo appuntamento “importante”? Tutti questi impegni fanno loro bene, oppure li caricano di ulteriore stress? E’ un dilemma su cui mamme e papà dibattono da sempre e di continuo. C’è chi dice che si tratta di ulteriore fatica per i più piccoli, e chi invece sostiene questo tipo di iniziative con orgoglio; in alcuni casi poi, le recite scolastiche servono a mostrare a tutti costi (a nonne, parenti e amici) il loro “fenomeno”.
Il consiglio. Ritengo importante ricordare che i bambini sono tutti diversi l’uno dall’altro: dal “cucciolo timido” al “bambino impavido”, ognuno di loro affronta questi momenti in maniera diversa. Sicuramente la modalità del genitore e la sua emotività influiscono enormemente sul comportamento di un bambino. Se siamo persone che vanno in ansia all’idea che il proprio figlio calchi un palcoscenico e possa sbagliare durante lo spettacolo, gli trasmetteremo, involontariamente, le nostre paure, rischiando che la recita diventi un “cattivo mostro” da affrontare e superare. Al contrario avere un atteggiamento sereno e rassicurante, può aiutare i bambini a vivere questa esperienza con gioia e spensieratezza.
La recita come aggregante. A parer mio le recite, in qualsiasi periodo dell’anno, dovrebbero rappresentare un momento di aggregazione e incontro tra i due grandi attori del sistema scolastico: gli insegnanti e le famiglie. Non importa se i bambini dovranno recitare, cantare o ballare…non importa se qualcuno ha cinque battute e l’altro solamente una…ricordiamoci che ciò che davvero è importante è che i bambini si divertano e siano a loro agio. Alcuni possono essere entusiasti di esibirsi nella recitazione o nel saggio di musica: in questo caso è un bene renderli partecipi. Diverso è il caso in cui l’attività produce solamente ansia. Ma non possiamo certo lasciare in disparte qualcuno per evitare che partecipi. E inoltre se si è preparato durante l’anno, non è neanche giusto privarlo della soddisfazione dopo tanto impegno.
E allora cerchiamo di coinvolgere sempre tutti, ognuno con il proprio “talento personale”. Che siamo genitori o insegnanti, non perdiamo di vista l’obiettivo per cui organizziamo una festa o una recita scolastica. Se poi i bambini sbaglieranno, dimenticheranno una battuta, non vorranno salire sul palco all’ultimo minuto…poco conta, se sapremo farli sentire sempre e comunque al centro della scena, anche giù dal palco, avremo colto nel segno e creato un ricordo indelebile nella memoria dei nostri bambini.
a cura di Anna Segato
Psicologa
Responsabile nido in famiglia “Il Giardino dei Cuccioli”