In linea anche a Natale. Come accostare piatti saporiti senza danni per la nostra salute
Non c’è un periodo dell’anno più magico del Natale. Gli addobbi, le luci colorate, i canti e il ritrovarsi insieme…spesso a tavola. E’ proprio la tavola il luogo prediletto dalle feste natalizie. Ed è qui che il confine tra buona cucina e abbuffate si fa labile. Scontata è la reprimenda, noiosa e mai seguita.
Proviamo, invece, a capire insieme come accostare bene piatti saporiti, degni di una festa in compagnia, senza danni per la nostra salute.
Stratagemmi & accostamenti
Il primo consiglio è di valutare che i giorni in cui sarà difficile non sgarrare sono solo 5: la Vigilia, il Natale, Santo Stefano, Capodanno e l’Epifania. In questi giorni festivi, il primo ed il secondo piatto devono essere bilanciati.
• Se si scelgono i tortelli in brodo o il pasticcio meglio preferire come seconda portata un piatto più leggero come la carne bollita, il pesce o i legumi; al contrario se il secondo è “impegnativo” come il cotechino o lo zampone, meglio scegliere come primo o un piatto di pasta o un risotto con le verdure.
• Se nel pesce o nella carne si presta attenzione ai condimenti e si evita la meravigliosa “scarpetta” è difficile esagerare; nella preparazione possono aiutare le erbe e le spezie aromatiche che sono prive di calorie.
• Per festeggiare la Vigilia si è soliti consumare il capitone e l’anguilla ma si potrebbe considerare anche il salmone ricco dei benefici omega-3.
Legumi e verdure
Ospiti d’onore a Capodanno sono le lenticchie, un piccolo legume dai notevoli pregi nutrizionali come ferro, magnesio, vitamine e proteine. Non dovrebbero mai mancare le verdure crude ma vanno bene anche le cotte come ad esempio i cavolfiori e tutta la famiglia dei cavoli, ricchi di isotiocianati che sono sostanze con proprietà antitumorali.
I dolci, panettone e pandoro
Nella tradizione natalizia ci sono i dolci che in realtà non sono altro che l’evoluzione, più ricca dal punto di vista gastronomico, del pane tradizionale. Caratteristici esempi sono il panforte, il panpepato, il pandolce e, soprattutto, il panettone e il pandoro; il più calorico tra i due è senz’altro il pandoro con 450 calorie rispetto alle 340 calorie circa per 100 gr del panettone ma la differenza la fanno i grassi che sono quasi il doppio nel pandoro a causa del burro. In entrambi i casi, per tutelarsi, basta scegliere fette non più spesse di 2 cm. L’importante è sceglierli di qualità; anche se il costo è decisamente più alto preferire quelli artigianali dei pasticceri o dei fornai che contengono decisamente meno conservanti e non prenderli farciti con creme e cioccolata. Panettone e pandoro sono di qualità superiore se in ordine sono indicati: farina, uova, burro, tuorlo d’uovo e zucchero. Significa che le uova intere rappresentano, in quantità, il secondo ingrediente dopo la farina mentre al burro è affidata una postazione marginale (il terzo posto); se a quest’elenco vi è l’aggiunta di margarina o, ancor peggio di oli idrogenati o grassi non ne gioverà né il gusto né la salute.
La frutta secca e frutta essiccata
Altro alimento prelibato e caratteristico è la frutta secca. Non va confusa però quella a guscio (noci, mandorle, nocciole, pinoli, pistacchi) da quella solamente essiccata (uvetta, fichi, prugne albicocche). In quest’ultima categoria si possono inserire i datteri, che sono i frutti della pianta omonima, talmente poveri di acqua da essere considerati simili alla frutta essiccata. La frutta secca è povera d’acqua ma mentre la frutta a guscio lo è per natura quella polposa lo diventa dopo esser stata disidratata. La frutta secca a guscio è un concentrato di grassi, che sono d’aiuto per il cuore e per le arterie, di minerali (zinco, ferro, selenio, rame) e di vitamine (E, B); è salutare a piccole dosi, perché la ricchezza in grassi ne fa una bomba calorica (da 500 a 650 calorie). Invece nella frutta essiccata il contenuto dei grassi è praticamente inesistente ma è ricca di zuccheri e fibra perché ha le proprietà della frutta fresca in versione concentrata. Va ricordato che i ritmi di vita dei bambini da Natale all’Epifania cambiano notevolmente perché vanno a letto più tardi, si alzano dopo, aumentano le merende durante il giorno e si muovono molto meno. Anche mamma e papà hanno qualche occasione in più per trascorrere del tempo con i figli, quindi sarebbe utile impiegarlo facendo delle suggestive camminate in montagna o in città o andare a pattinare sul ghiaccio, se c’è la possibilità.
AVVERTENZE PER IL DOPO FESTA
• In primis: consumate il pandoro o il panettone avanzato solo il mattino a colazione. Una fetta da 100 gr di panettone o pandoro, magari non tutti i giorni, va bene.
• Ricordiamoci di non abolire mai il pane e la pasta; basta ridurne le quantità o sostituire, a pranzo o a cena, il primo piatto con un bel minestrone di verdure 3-4 volte a settimana.
• Il suggerimento, scontato ma doveroso, è di consumare sempre le verdure a pranzo e a cena e la frutta fresca come principale merenda settimanale.
• Non vanno dimenticate il resto dell’anno le lenticchie che, insieme agli altri legumi (ceci, fagioli, piselli) vanno consumati 4-5 volte a settimana magari nei minestroni o 2-3 volte come un secondo piatto.
• I legumi non sono un contorno ma un secondo, “la carne dei poveri” dell’Italia contadina di un tempo, quindi vanno al posto o in alternativa a carne, pesce, uova e formaggi.
• La frutta secca o le castagne rimaste nella dispensa vanno consumate con molta parsimonia magari 2-3 volte alla settimana magari come merenda in ufficio.
• Bere acqua in abbondanza, anche sotto forma di tisane o di tè (non quello in bottiglia ricco di conservanti) è sempre consigliato.
• Per gli adulti è bene eliminare per qualche giorno le bevande alcoliche. Non ci si ingrassa per qualche pasto di troppo, perché non è l’eccezione che crea problemi ma l’errore, anche piccolo, quotidiano.
Vale un vecchio detto tanto caro ai nutrizionisti:
“Non si ingrassa tra “Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale”.
a cura di
Erica Finotti
Biologa Nutrizionista
Segretario Associazione Italiana Nutrizionisti