Netiquette per vivere bene in chat
In ambito informatico il termine Netiquette viene utilizzato per riferirsi a tutta quella serie di norme e regole di comportamento che non sono imposte per legge, ma che spettano alla buona coscienza di ciascun utente su internet
“Quali compiti di matematica ci sono per domani?”, “Quanti soldi sono per la gita?”, ” Oggi Marco è venuto a casa con un graffio, sono stanca di questa situazione! Le maestre dov’erano?”.
Questi sono solo alcuni esempi dei messaggi che circolano nei gruppi WhatsApp dei genitori di bambini della scuola dell’infanzia, ma anche di scuola primaria e secondaria, accompagnati poi dal gruppo dello sport, del catechismo, dell’animazione e così via!
Rispetto a qualche anno fa le comunicazioni scolastiche e non si sono fatte più celeri e immediate, aggregando i genitori attorno ad un tavolo virtuale e istantaneo. Fin qui nulla di male! Vengono scambiate informazioni che prima richiedevano tempo, fatica e metri di carta per essere fatte circolare.
Talvolta, però, succede che in queste chat si inneschino dinamiche pericolose e controproducenti: critiche poco costruttive, chiacchiere inutili, discussioni sterili che sarebbe più opportuno affrontare di persona con gli insegnanti o con i diretti interessati. La velocità della comunicazione spesso rispecchia anche la velocità con cui scriviamo il nostro pensiero senza filtri, riflessione ed empatia. Ci lamentiamo dei nostri ragazzi, ma talvolta nemmeno noi sappiamo come comportarci online (diciamocelo, questo mondo ci affascina, ma ci sfugge spesso di mano!).
Ecco allora qualche piccolo spunto/ suggerimento per rendere le chat di gruppo utili, efficaci e piacevoli:
– Concordiamo una “netiquette” (piccole regole informali di buona educazione digitale). Stabiliamo da subito quali argomenti potranno essere trattati nel gruppo, in base alla sua finalità.
– Utilizziamo la chat in caso di effettiva necessità. Se mio figlio è malato chiedo i compiti ad un compagno fidato in chat privata, mentre se ha dimenticato di scriverli lascio che sia lui a telefonare (non a messaggiare) all’amico per chiederli. Responsabilizziamo senza sostituirci!
– Evitiamo di scrivere a qualsiasi ora! Difficilmente chiameremmo a casa di qualcuno in tarda serata!
– Domandiamoci se ciò che stiamo per scrivere lo diremmo anche a voce senza problemi. Se così non fosse rallentiamo e cerchiamo il giusto modo (cancellare il messaggio dopo averlo inviato non è sempre così efficace; ci sarà sempre qualcuno più veloce di voi!)
– Evitiamo messaggi pleonastici (“Sì”, “Ok”, “Va bene”), che creano innumerevoli notifiche inutili. Il famoso proverbio “Chi tace acconsente” è validissimo anche in chat.
– Controlliamo che ad una domanda non abbia già risposto qualcuno prima di noi.
– Inviamo messaggi scritti e non vocali che richiedono tempo per l’ascolto e ci fanno perdere il filo del discorso.
– Rispondiamo in privato se l’argomento è personale o non interessa tutti (se Maria ha preso per sbaglio l’astuccio di Sofia, possiamo evitare di informare tutto il gruppo!).
– Selezioniamo i contenuti condivisibili (la foto di mio figlio in piscina forse interessa a nonni e zii, non all’intera “assemblea virtuale” di genitori). Tuteliamo la privacy dei nostri bambini!
– Evitiamo di dare sfogo a rancori repressi o di utilizzare toni polemici che ostacolano la comunicazione (facendo uscire magari qualcuno dal gruppo con successivi annessi commenti sarcastici!).
– Silenziamo le notifiche se diventano eccessive e inutili. Tuteliamoci!
Chi deve essere regolamentato?
I gruppi genitori, inoltre, non sono gli unici a dover essere “regolamentati”, perché spesso sono affiancati da gruppi di classe degli alunni stessi, i quali richiedono una supervisione attenta da parte di mamma e papà!
Sì, perche, ahimé, i ragazzi non hanno ancora sviluppato a pieno quelle competenze relazionali, emotive e comunicative utili a gestire in autonomia un numeroso gruppo virtuale di coetanei. Spetta a noi il compito di presidiare, di consigliare stili di comportamento digitale veicolati dall’esempio e dal dialogo.
I gruppi possono essere molto utili, creano senso di appartenenza, scambio di idee e informazioni, ma necessitano di adulti attenti in grado di guidare, mediare e fungere da modello.
I ragazzi sanno cogliere il nostro atteggiamento e lo ripropongono, nel bene e nel male!
Buon anno scolastico e buone chat (responsabili) a tutti!
a cura di
Arianna Ferlin
pedagogista