Ad inseguire le stelle cadenti
Se la luce intorno è troppa, potrebbero non vedersi…allora guardiamoci intorno e spegniamo qualche luce. Anche la luce può inquinare. Proviamo a capire come… Il mese di agosto, mese vacanziero per definizione, è anche il mese migliore per osservare le stelle cadenti, soprattutto nella notte di San Lorenzo che cade il giorno 10. Siamo in molti durante quella notte a guardare in alto nel cielo notturno nella speranza di ammirare quante più stelle cadenti possibili.
Nei giorni prossimi al 10 agosto, il cielo è infiammato da centinaia di eventi. Purtroppo, però, la maggior parte di noi farà fatica ad ammirare con facilità il fenomeno, e ancora più difficile sarà scorgere la Via Lattea, a meno che non ci si trovi in zone rurali o meglio ancora in aree isolate di montagna o al mare. Si valuta che in Italia e quindi anche dalle nostra parti, almeno il 70% della popolazione non è più in grado di ammirare la Via Lattea e gran parte delle altre stelle del firmamento a causa dell’inquinamento luminoso.
Di questo problema se ne parla ormai da almeno un decennio, da quando si è iniziato ad affrontare il problema da un punto di vista tecnico-scientifico e anche legislativo.
Ma andiamo con ordine.
Cosa intendiamo per inquinamento luminoso e da cosa è provocato?
L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità naturale di luce presente nell’ambiente notturno provocata dall’immissione di luce artificiale. La luce artificiale inquina quando altera la quantità di luce naturale. La notte infatti non è completamente buia a causa di molteplici sorgenti di luce naturale tra cui la ricombinazione atomica negli strati alti dell’atmosfera, la luce delle stelle, la luce del sole riflessa dalle polveri interplanetarie, ecc.
Anche se non può essere visto come un problema ambientale equiparabile ad altre forme di inquinamento spesso non reversibili (come l’inquinamento dell’acqua o dell’aria), si tratta pur sempre di inquinamento in quanto “alterazione di un qualsiasi elemento o di una qualsiasi sostanza naturale”, citazione dal vocabolario Devoto – Oli. Ma del resto, non possiamo di certo rinunciare all’illuminazione artificiale notturna, che rappresenta sicuramente un aspetto fondamentale del progresso della società contemporanea.
Il progresso è sempre associato all’idea di crescita quantitativa e nell’ultimo secolo l’uomo ha inseguito una crescita esponenziale in ogni settore della società, basti pensare quanto sono cresciute le nostre città in termini di urbanizzazione, di popolazione e anche di illuminazione artificiale
Nelle aree densamente urbanizzate come per esempio la nostra Pianura Padana, l’illuminazione artificiale ha raggiunto livelli intollerabili.
La luce è simbolo di ricchezza e sviluppo, un bene da usare per scopi pubblicitari, per spettacoli, per illuminare monumenti, palazzi, aree sportive e ricreative oltre che strade, parcheggi e svincoli stradali. Non possiamo farne a meno questo è vero. Negli ultimi anni è necessario tener conto degli aspetti di sostenibilità che devono riguardare tutte le tematiche, dalle emissioni di gas nell’aria, al cibo che mangiamo, al consumo di suolo, ai rifiuti che produciamo fino ad arrivare alla luce artificiale che generiamo.
La causa primaria dell’inquinamento luminoso è l’immissione in atmosfera di luce artificiale e alla sua successiva diffusione verso l’alto da parte dei corpi luce installati all’esterno delle nostre abitazioni, nelle piazze, nelle zone industriali e lungo le strade urbane ed extraurbane. Esiste anche un effetto moltiplicatore dovuto all’illuminamento diretto di superfici e oggetti inutilmente illuminati. Si spreca sostanzialmente energia per illuminare anche zone per le quali non è necessario.
Tra i primi ad accorgersene sono stati proprio gli astrofili e astrofisici intenti ad osservare il cielo notturno per le ricerche scientifiche e per le divulgazioni verso la popolazione. Sono stati loro i primi a stimolare un dibattito interno alla comunità scientifica arrivando poi al legislatore che ha deciso di regolamentare la materia. Perché se è vero che la luce ha un importante funzione sociale, di comfort urbano e garantisce una mag- gior percezione di sicurezza, è anche vero che l’eccessiva illuminazione ha conseguenze negative non solo sull’osservazione delle stelle, ma anche sulla salute dell’uomo, sull’equilibrio dell’ambiente, sulla cultura e sui consumi energetici e quindi sulle casse comunali.
Danni provocati da eccesso di luce
Oltre all’uomo, anche per la flora e la fauna, recenti studi scientifici descrivono possibili danni provocati da un eccesso di luce in quanto le forme viventi sulla Terra sono influenzate dall’alternanza del giorno e della notte. Per esempio l’esposizione ad elevata luce blu inibisce la produzione naturale di melatonina nell’uomo.
Gli uccelli migratori invece vengono disorientati dalle fonti notturne di luce molto forti. Anche il mondo vegetale pare venga disturbato dalla luce artificiale notturna in grado di interferire sul processo di fotosintesi con conseguente riduzione della loro capacità di produrre ossigeno.
E’ quindi necessario un miglioramento qualitativo ed una diminuzione quantitativa della luce notturna artificiale prodotta dall’uomo.
COSA SI PUO’ FARE?
Servono poche e semplici regole intuitive e già testate sul campo:
• Schermare completamente gli apparecchi di illuminazione esterna
oppure orientarli verso il basso (90°);
• Limitare l’illuminazione alle sole aree che necessitano di essere illuminate;
• Limitare al minimo indispensabile i livelli di illuminazione
(e di conseguenza i livelli di potenza);
• Spegnere le luci quando non servono (o limitarne il flusso nelle ore notturne);
• Evitare se possibile l’utilizzo di lampade con elevato contenuto di luce blu (Led bianchi o ioduri metallici)
• Limitare la crescita del flusso installato sul territorio, per un contenimento complessivo.
a cura di Simone Papuzzi
Tecnico della Prevenzione dell’Ambiente presso Arpav Rovigo