Slow – in bicicletta per innamorarsi del Polesine
Slow…significa lento, non fermo. Lento rispetto al movimento accelerato e distratto di ogni giorno con l’automobile, il treno, il bus…Slow significa per questo anche relazione: con ciò che ci sta intorno, con l’ambiente, le cose, le persone.
Vogliamo provare? Montiamo in sella della nostra bicicletta e seguitiamo Denis Maragno.
Lui è il presidente della Fiab di Rovigo, di biciclette è maestro, ma lo è anche di un certo modo di vivere e conoscere il territorio.
Il primo itinerario slow che ci propone va da piazza Vittorio Emanuele nel cuore di Rovigo fino a Lusia.
Sono circa 12 chilometri, non impegnativi in termini di fatica fisica, ma da fare con attenzione perché per gran parte sterrati. Costeggiano l’Adige.
Pedaliamo fino ad imboccare la pista ciclabile in piazzale di Vittorio e procediamo verso la stazione dei Treni. Da qui seguiamo la ciclabile dedicata a Chiara Lubich, affiancando la ferrovia da una parte e l’area del Censer dall’altra fino ad arrivare sull’argine. Che spettacolo l’acqua con questo sole! Basta arrivarci di fronte al grande gigante – il fiume Adige – per sentirsi meglio.
Oltre i suoi argini fa bella mostra di sé la campagna polesana. Procediamo verso sinistra. Ma concediamoci il piacere dell’aria tra i capelli, del profumo della primavera, del canto degli uccelli. In alcuni punti della città quasi non si sentono più.
A metà del percorso, facciamo una pausa nell’oasi del WWF Bojo della Ferriana.
E’ un’area umida di circa 7 ettari, appena sotto l’argine e alimentata dalle acque del fiume stesso che emergono in corrispondenza di una stratificazione impermeabile del suolo. Qui la flora e la fauna sono ricchissime e ci raccontano di un territorio complesso e fragile insieme.
Dove l’acqua la fa sempre da padrone. Dopo la pausa possiamo riprendere a pedalare. La direzione è Lusia, con meta Parco delle Rimembranze.
E’ un piccolo parco attrezzato e creato in memoria delle vittime del bombardamento subito durante la Seconda Guerra Mondiale. Da cui è possibile apprezzare uno dei più importanti monumenti storici del Polesine: Torre Morosini. E’ pendente e merlata, misura ben 22 metri di altezza. Completamente in muratura, con una base piramidale. Se siamo fortunati, possiamo entrare: una scala interna a chiocciola di marmo composta da ben 128 scalini, ci porta ad uno dei punti panoramici più belli sul nostro territorio.
Il secondo itinerario slow va dalla Chiesa di San Bortolo a Rovigo fino Lama Polesine.
Sono altri 14 chilometri, con la costante presenza dell’elemento acqua. Dapprima l’Adigetto lungo la pista ciclabile Baden Powell, poi il Canal Bianco. Prima di arrivare a Buso c’è una chiesetta piccola e accogliente dedicata alla Vergine della Salute con una colonnina per l’acqua. Possiamo ristorarci.
Poi proseguiamo in direzione della piccola frazione di Buso, dove possiamo bere un buon caffè e ammirare ciò che resta di un gioiellino del 1730 la chiesetta di San Marco Evangelista, con la sua bella facciata barocca e la pianta ottagonale (piange il cuore a vederla ridotta così!).
Dopo il caffè, torniamo sui nostri passi e prendiamo la direzione per Sant’Apollinare per raggiungere il Canal Bianco. Da qui il percorso si fa ombreggiato e dal profumo intenso di robinie. Seguendo il fiume raggiungiamo Lama, dove c’è un’area attrezzatissima anche per pic-nic, adatti a tutta la famiglia. C’è anche lo spazio per giocare al pallone…
E buon divertimento! Al prossimo itinerario…
a cura di Micol Andreasi, giornalista