Dove nascono le giostre

Tutto ha inizio quando sembrava non ci fosse altra speranza che andarsene, emigrare.
Negli anni Venti del Novecento, la vita in Polesine era davvero dura: la disoccupazione era elevatissima. Malattie come il colera, la pellagra, falcidiavano la popolazione.

Era il 24 aprile del 1929, a Bergantino, il penultimo Comune della provincia di Rovigo prima del mantovano, si festeggiava la fiera di San Giorgio, il santo patrono.
Nella piazza fu allestita la prima autopista. Nonostante la crisi e la povertà, per salire su quella giostra c’era la coda. Una fila lunghissima di bambini, ma anche di adulti. Nessuno rinunciava all’emozione di una vertigine. Quell’autopista ed il successo con cui fu accolta dalla gente del posto, decretarono l’inizio di un nuovo corso per la storia di Bergantino e del Polesine tutto. Fu l’inizio di un sogno, quello dello ‘spettacolo viaggiante’.

Tutto cominciò per la geniale intuizione di tre meccanici di biciclette di Bergantino: Umberto Bacchiega, Umberto Favalli e Albino Protti. Al tempo riuscire ad incassare i soldi per un lavoro era molto difficile. Quando andava bene, bisognava aspettare anche un anno intero. Fu allora che al Bacchiega ed al Favalli vennero in mente le giostre. E la cosa che balzò immediatamente alla loro attenzione fu che chi vi saliva era obbligato a pagare in anticipo. Alla scuola regia di Arti e Mestieri di Castelmassa, i tre appresero le nozioni essenziali di meccanica.

giostra-60Poi cominciarono a disegnare e a progettare. Per comprare il materiale necessario si indebitarono enormemente. Come ogni grande impresa, anche la loro richiese una dose massiccia di coraggio, spirito di sacrificio e costanza, che, per altro, avevano in abbondanza e ne avevano molta anche le loro donne che vollero affiancarli. A casa le donne preparavano dolci e biscotti da vendere alle fiere e con gli uomini si spostavano su quei carretti scomodi e lenti dentro cui trasportavano gli spettacoli viaggianti, di paese in paese, di fiera in fiera, finché la stagione concedeva loro ancora un qualche raggio tiepido di sole.

E quando, durante la seconda guerra mondiale, molti uomini furono costretti a partire per il fronte, loro, le donne di Bergantino, con determinazione, continuarono l’attività di famiglia, permettendone la sopravvivenza. Bacchiega, Favalli, Protti avevano creato un mestiere con cui vivere dignitosamente. E nel tempo furono in molti ad imitarli. Erano i “giostrai”, i fabbricanti di sogni… In un arco di tempo breve, a Bergantino, a Melara e a Calto, nacquero molte aziende produttrici di giostre. Molte altre famiglie continuavano a portare in giro le giostre, non più con i carretti, ma con evoluti caravan. Insieme, negli anni, quelle famiglie e quelle aziende sono diventati i pilastri del distretto industriale della giostra che comprende cinque province venete: Treviso, Padova, Vicenza, Verona e Rovigo appunto.

E’ qui che si produce oltre l’80% delle giostre di tutta Europa e gran parte di quelle esportate nel mondo.

dal 23 marzo -30 giugno 2019 per chi desidera visitare una mostra dedicata al mondo delle giostre a Rovigo presso Palazzo Roverella è stata allestita GIOSTRE! storie, immagini, giochi  Sarà possibile visitarla anche gratuitamente il 7 aprile, il 5 maggio e il 2 giugno.  Per ulteriori info e orari: Tel. 0425 460093 / feriali 9:00/19:00 sabato e festivi 9:00/20:00 .     www.palazzoroverella.com
Per chi desidera andare a visitare anche il Museo della Giostra e dello Spettacolo Popolare Piazza G.Matteotti, 85 Bergantino RO
aperto ore 9.00-12.00 dal lunedi al venerdi sabato e domenica su prenotazione: 0425 805446 – 345 0011003

 

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