Un genietto in famiglia

Paolo aveva imparato a contare a 4 anni ed a 5 sapeva già fare le addizioni.
Giulia a 8 anni era appassionata di racconti fantastici e leggeva un libro dopo l’altro.
Francesco a 10 anni era velocissimo a risolvere le espressioni.

Paolo, Giulia e Francesco. Alcuni chiamano questi bambini “genietti”, altri li definiscono “curiosissimi” e altri ancora li descrivono come “piccoli intellettuali”, ma in realtà sono plusdotati.

I plusdotati sono quei bambini che hanno un’ intelligenza molto superiore alla media e sono circa 2 su 100. In altre parole, quando a questi bambini viene misurato il quoziente intellettivo (QI), essi mostrano delle abilità di ragionamento decisamente elevate rispetto ai bambini della loro età.

Tecnicamente, il QI medio è pari a 100 e la maggior parte dei bambini ha un punteggio che oscilla fra 85 e 115. Dunque, un bambino che abbia un punteggio di 118 è già un bambino con delle abilità di ragionamento medio-alte. I plusdotati ottengono punteggi dal 130 in su.

geniettogiornaleDi solito, i genitori raccontano di essere rimasti sorpresi per la curiosità insaziabile dei loro figli o per la quantità di informazioni che ricordano. Spesso i genitori ricordano come già durante gli anni della scuola dell’infanzia, loro figlio chiedesse spesso come si leggessero alcune parole o frasi e dopo poco dicono di essersi accorti che il figlio era in grado di leggere da solo. Prima alcune parole semplici, dopo parole più complesse e poi frasi intere.

Alcuni bambini iniziano così a leggere in autonomia le loro favole preferite quando non hanno ancora compiuto 6 anni. Nell’esperienza di molti insegnanti c’è spesso il ricordo di qualche bambino particolarmente brillante, che impara con molta facilità e sembra sempre curioso di apprendere qualcosa di nuovo.

Verrebbe spontaneo immaginare che per bambini così vivaci del punto di vista intellettivo, la scuola sia l’ambiente ideale. In realtà, non è del tutto esatto.

Per molti plusdotati, infatti, a scuola ci sono momenti in cui possono apprendere cose nuove, alternati a tanti altri momenti di noia, durante i quali devono continuare ad esercitarsi su qualcosa che già sanno fare.
Gli insegnanti, pur comprendendo la voglia del bambino di apprendere nuovi concetti, sono costretti a riprendere spesso i vecchi argomenti finché tutti i bambini della classe non li hanno ben compresi.

Non è raro che un bambino plusdotato sia molto motivato nei primi anni della scuola primaria e sempre più annoiato con il passare degli anni. Se a scuola la curiosità è molto forte, a casa certamente non si spegne e i plusdotati sono pronti a porre una valanga di domande. E’ senza dubbio importante per i genitori rendersi conto che la voglia di conoscere e di imparare è un naturale bisogno del bambino a cui è doveroso rispondere.

Se un bambino è appassionato di pianeti, la soluzione non è quella di incoraggiarlo a giocare a calcio come fanno i suoi coetanei, piuttosto è importante rispondere alla sua sete di curiosità ed aiutarlo a condividere con altri bambini questa sua passione.

Per ogni genitore di un plusdotato c’è un compito molto importante da portare a termine, cioè quello di aiutare il bambino a sviluppare appieno le proprie capacità trasformandole in un talento.

Un bambino plusdotato, seppur molto intelligente, non è un adulto in miniatura e ha quindi bisogno della guida dei genitori o degli insegnanti per apprendere nuovi concetti, aumentare le proprie capacità ed imparare a condividerle con gli altri.

Seguendo questa logica, l’Unione Europea ha iniziato ad occuparsi dei plusdotati già dalla fine degli anni ‘80, raccomandando tutti gli Stati di adottare delle leggi che permettano a questi bambini di essere capiti ed alla scuola di essere sufficientemente elastica da rispondere anche ai loro bisogni. In Italia, si stanno muovendo adesso i primi passi per il riconoscimento di questi bambini. L’Ordine degli Psicologi ha di recente promosso un libro dal titolo  E se mio figlio fosse un genio? per divulgare questo argomento fra genitori ed insegnanti.

I plusdotati sono bambini molto intelligenti,
saremmo altrettanto abili noi adulti nel capirli?

 

david-polezzi

 

 

 

 

a cura di David Polezzi, psicologo e psicoterapeuta, professore a contratto presso l’Università di Padova e docente presso l’Istituto Miller di Genova

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