Attenti al muco
Quando è utile fare l’aerosol al nostro bambino?
Bella domanda, soprattutto perché ho l’impressione che troppo spesso venga utilizzato impropriamente e quindi non apporti alcun beneficio alla salute del bimbo. L
L’aerosol è infatti una terapia utile per l’asma, la bronchite asmatica, la laringite o il laringospasmo. In tutti gli altri casi si tratta solo di terapia di supporto, non risolutiva del problema. E ciò vale anche nei casi in cui si debbano trattare bimbi piccoli che non possono prendere i mucolitici classici per via di bocca.
Aggiungerei inoltre una precisazione circa il modo di somministrare un aerosol: la mascherina deve rimanere attaccata al viso del piccolo paziente. Oltre i 2 centimetri di distanza il vapore perde la sua efficacia.
E nelle riniti, ovvero quando il catarro non vuole proprio scendere dal naso?
In questi casi più efficaci sono i lavaggi nasali, fatti bene però, con siringhe apposite e fisiologica. Se la rinite è cronicizzata ed il muco non vuole proprio sciogliersi, allora è bene sostituire la fisiologica con l’acqua termale di Sirmione o di Abano.
L’acqua di mare o ipertonica è da preferire alle precedenti quando dobbiamo trattare bambini molto piccoli che soffrono di bronchiolite o quando il muco ha raggiunto i bronchi. In ogni caso è sempre opportuno consultare il pediatra di famiglia, soprattutto se le secrezioni hanno un colore giallo-verdognolo, se dopo 7 o 10 giorni il problema non si è risolto o se compare la febbre.
E se di notte russa tanto da avere il sonno disturbato?
Può esserci un segnale indiretto di una ipertrofia delle adenoidi. Una diagnosi più precisa la si può fare con una rinoscopia, ovvero un esame che consiste nell’inserire attraverso le narici una canula con una piccolissima telecamera capace di rilevare lo stato di salute delle adenoidi. Solo a quel punto si può prescrivere una cura.
E’ sempre necessario l’intervento chirurgico di asportazione delle adenoidi?
Non necessariamente. Sarà lo specialista Orl, di concerto con il pediatra, a valutare il caso. L’intervento diventa necessario solo nei casi in cui il bimbo fatichi a respirare e soffra di apnee notturne. Se però il bimbo ha superato l’età più critica, ovvero il passaggio alla scuola materna, lo specialista può prevedere una terapia diversa che alterni cicli di aerosol, l’uso di cortisonici, mucolitici e/o antibiotici e se necessario sedute termali.
Queste ultime sono sempre da consigliare nei bimbi che hanno più di 5 anni e che in conseguenza ad una ipertrofia adenoidea abbiano sviluppato una forma di ipoacusia, cioè il catarro è passato dal naso alle orecchie ostruendole. E’ importante non sottovalutare mai l’ipoacusia che nei più piccoli può essere causa anche di un tardivo sviluppo del linguaggio.
Esistono sistemi di prevenzione?
Credo proprio di no in questi casi. I bambini solo con il tempo formano la loro biblioteca di anticorpi e quando sono più grandi possono attingere dalla quella stessa biblioteca per far fronte ai tanti rischi del vivere in un contesto sociale e relazionale.
a cura del dott. Antonio Caserta, pediatra