Strategie per l’apprendimento
Ce l’hai una strategia… per affrontare il tuo videogioco preferito?
E quando giochi a calcio, a basket, a pallavolo ne definisci una con il tuo allenatore per vincere la partita? Credo proprio di sì.
Penso tu ne abbia una anche quando cerchi di convincere i tuoi genitori a comprarti un nuovo paio di jeans o l’ultimo modello di smartphone, non è vero?
Bene, per ogni situazione voi ragazzi avete una strategia
ma rischiate di affrontare la scuola disarmati, senza un’idea, senza un piano per uscirne vivi… Non è vero?
La scuola è il luogo dove trascorrete la maggior parte della vostra vita, ma rischiate di attraversarlo in modo inconsapevole, come se la vostra promozione fosse il problema dei vostri insegnanti, dei vostri genitori, ma non il vostro.
Se si cambiasse l’obiettivo, il punto verso cui mirare, forse cambierebbero anche le vostre priorità, le vostre necessità, i vostri comportamenti. Se non vi si chiedesse di concentrarvi sul bel voto, sulla promozione, ma sull’apprendimento consapevole, approfondito e significativo delle diverse discipline, forse il vostro atteggiamento verso la scuola cambierebbe.
Se alla fine della giornata la domanda fosse “cosa ho imparato” e non “che voto ho preso” forse le vostre energie si distribuirebbero in modo più efficace. Per prendere un bel voto a volte basta essere furbi, per apprendere davvero invece bisogna essere strategici. Essere strategici significa andare a scuola con la pretesa di capire e di portare a casa il maggior numero di informazioni chiare ed utilizzabili per lo studio.
Cosa possiamo fare per raggiungere questo obiettivo
quando un insegnante spiega in classe?
Adottare una STRATEGIA DI BASE significa individuare i concetti chiave di un argomento e rielaborarli
Bisogna partire dalla consapevolezza che:
1. non basta stare in silenzio. Il silenzio piace ai nostri insegnanti, forse; è condizione necessaria, ma non sufficiente per comprendere.
Per comprendere infatti bisogna partire da:
2. prendere appunti per concetti chiave e non parola per parola. Perché se identifico un concetto ho già cominciato a
3. rielaborare con la mia testa. Io infatti mi rendo conto di aver fatto MIA un’informazione, quando riesco a riscriverla con le mie parole e non con quelle dell’insegnante o del libro; trasformare tre minuti di spiegazione in una serie di concetti chiave è sicuramente un passo importante.
Quando non riesco a identificare i concetti presenti in 3 minuti di spiegazione devo pertanto:
4. fare domande di chiarimento. Non quelle domande da secchione, che servono solo per far vedere all’insegnante quanto sei bravo, ma domande che ti possano davvero chiarire quanto è stato appena spiegato e permettere di trasformare le parole in concetti. Alla fine della spiegazione poi devi fare la prova del nove.
Utilizzando i tuoi appunti devi:
5. ripetere a te stesso il contenuto di tutta la lezione. Se ci riesci bene, altrimenti hai ancora qualche minuto per porre le 6. ultime domande di chiarimento. Se lavorerai in questo modo in classe, tornerai a casa con le idee chiare e potrai concentrarti su uno studio che diventerebbe un facile rinforzo di quanto già appreso.
Partendo da questa strategia di base poi, potresti elaborarne una personale, più adatta alle tue esigenze e alle tue potenzialità. L’importante non è che tu utilizzi la strategia che ti sto consigliando, ma che tu ne abbia una finalizzata alla comprensione di quanto ti viene detto in classe.
Il bel voto diventerà la logica conseguenza di un comportamento allineato con il tuo obiettivo. In questo modo l’insegnante non sarà più un nemico ma il tuo più prezioso alleato nella battaglia per la costruzione di una conoscenza profonda, significativa e consapevole.
Buon lavoro!
a cura di
Paolo Scorzoni
docente di Lettere
presso la scuola secondaria di secondo grado
ScuolaInterattiva