Tra pensiero magico e fantasia

E tu, cosa vuoi fare da grande?
Dopo aver formulato la domanda dovremmo smettere di parlare e restare ad ascoltare, soltanto per farci contagiare dall’entusiasmo e dalla fiducia con cui un bambino, rispondendo, cerca di verbalizzare il suo futuro.

I bambini ci guardano con la testa all’insù, siamo grandi ai loro occhi.

Per i bambini è naturale identificarsi nei ruoli e nelle persone che incontrano e vivono nella loro vita. Alla base del gioco simbolico sta tutto ciò che un bambino ha vissuto in relazione con noi adulti che ce ne prendiamo cura. Il gioco li proietta nel mondo degli adulti, che loro imitano facendo finta di essere dottori, insegnanti o negozianti.

Realtà e pensiero magico si mescolano ed il bambino si sperimenta in una dimensione protetta, nella quale riesce a costruire, gestire e vivere, sentendosi già grande. In questa dimensione ogni traguardo diventa raggiungibile ed è giusto che sia così. I bambini hanno progetti grandi, si proiettano senza timore nel futuro spinti dalle proprie emozioni del “qui e ora” che vivono completamente, assaporandone ogni istante.

Jobs1Non c’è fretta di uccidere il pensiero magico, lasciando spazio alla consapevolezza delle difficoltà della vita che inevitabilmente incontreranno. Creatività ed immaginazione possono essere una marcia in più, una risorsa per trovare soluzioni di fronte alle difficoltà, senza soccombere. Certo è che, nella vita dei propri figli, il compito dei genitori è di aiutarli a tenere i piedi ancorati a terra per poter, diventando grandi, comprendere come poter concretizzare le proprie passioni ed i propri talenti, conciliandoli con le esigenze di un mondo reale. Tuttavia, interrogarsi sul proprio futuro può, al contrario, generare una crisi, che implica una riflessione, sia essa fantasiosa o concreta. Se un bambino o un ragazzo appare insicuro di fronte alla domanda “cosa vuoi fare da grande”, gli adulti intorno a lui (senza metter fretta, ansia, timore) dovrebbero aiutarlo a guardarsi dentro, a scoprire le proprie inclinazioni, i propri interessi, ciò che attiva in lui la passione, il desiderio di raggiungere una meta.

Jobs3La motivazione è alla base dei sogni e delle energie necessarie per realizzarli.

La domanda “…e tu cosa vuoi fare da grande” può sembrare banale, ma sogni e desideri espressi dai bambini non devono essere sottovalutati, perché possono aiutarci a conoscerli meglio e aiutare noi genitori a sintonizzarci sulle loro frequenze. In questo periodo storico ciò che colpisce l’immaginario dei giovani non sono più soltanto coraggio, intelligenza o doti eccezionali, ma anche fama, notorietà, ricchezza. I genitori, senza minimizzare le aspirazioni dei propri figli, dovrebbero insegnare loro che i sogni si realizzano grazie a sacrifici, tenacia, entusiasmo e impegno.

Ben altra cosa sono i facili guadagni ed i successi effimeri. I giovani hanno il diritto di scegliere liberamente il proprio futuro e, finché possono, di sognare. L’adulto dovrebbe evitare di condizionarli con i suoi bisogni, ma semmai guidarli a trovare la strada mettendo davanti a tutto la realizzazione dell’altro, non la propria.

I bambini e i ragazzi hanno sogni grandi colmi di coraggio e di speranza. E noi? E tu? Si tu, che cosa vorresti fare da grande? Work Hard. Dream Big.

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a cura di dottoressa Valentina Borella, Pedagogista Clinico Educatore Professionale

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