Tra Lama ed Alpaca
in Corte Benetti
Non serve prendere l’aereo e volare fino in Perù o in Bolivia per vedere da vicino lama e alpaca, basta arrivare a Corte Benetti, a poca distanza dal centro di Rovigo. Venendo dall’ospedale, in via Ippolito Nievo, il viale alberato che collega alla frazione di Buso, sulla sinistra si trova l’ingresso ad una delle aziende agrituristiche di maggior fascino del Polesine. Ettari di verde lussureggiante, alloggi, sale convegni, ma soprattutto cavalli, mini horses, caprette, gatti, anatre, oche, cigni, galline, conigli, qualche pavone e almeno 30 tra alpaca e lama.
Da aprile scorso ci sono anche 4 asinelli. Qui i volatili scorrazzano liberi quasi tutto il giorno. I cigni sono maestosi nel loro attraversare il laghetto al centro della corte, quanto goffi quando cercano di camminare fuori dall’acqua. I pavoni, ambiziosi, mostrano la loro coda, le oche starnazzano, mentre i conigli appaiono e scompaiono di gran velocità. Nei paddock, curati come appartamenti privati, ci sono i cavalli che hanno appena finito di correre.
Lama ed alpaca sono chiamati per nome, ognuno ha il suo. Quando arrivano i bambini, sono un’attrazione irrinunciabile, con i loro musetti simpatici ed il loro carattere socievole.
Ti fissano negli occhi, chiunque tu sia, ed emettono un gridolino, come a voler rispondere o a chiedere attenzione. Tranquilli, non sputano. O almeno non lo fanno se non quando devono difendersi o sono arrabbiati. Ma accade di rado e quasi sempre per questioni tra animali.
A raccontare tutto di loro è il signor Massimo, un amico della famiglia Benetti, di Simonetta, di Dario e di Fabio, come loro innamorato della campagna polesana e degli animali cui dedica gran parte del suo tempo. E’ lui, di solito, che accoglie i visitatori di Corte Benetti, svelando tutti i segreti di ogni animale, ma soprattutto dei lama e degli alpaca. Avverte che è bene non sostarvi troppo alle spalle, perché, involontariamente potrebbero calciare. E inoltre conviene sempre mantenere separati i maschi dalle femmine, per questo stanno in recinti diversi. Racconta che gli alpaca, come i lama appartengono alla famiglia dei camelidi, senza gobba però. Sono tilopodi, ovvero non hanno gli zoccoli. Sono erbivori e benché il loro habitat naturale siano l’alta montagna o le aree aride, sono animali molto adattabili e stanno benissimo anche nella nostra pianura Polesana.
E’ sempre Massimo ad insegnare come distinguerli a colpo d’occhio. Dice che gli alpaca sono un po’ più piccoli e più leggeri dei lama e hanno il labbro superiore diviso in due metà. Poi invita ad osservare la forma delle orecchie. Quelle degli alpacasono dritte, mentre quelle dei lama hanno una forma più curva, con la punta rivolta all’interno, e sembrano delle “banana”. Gli alpaca hanno inoltre un manto più soffice e pregiato.
Fin dai tempi degli Incas, la loro lana era apprezzatissima.
Entrambi hanno un carattere docile e simpatico e per questo sono straordinari anche per la pet-terapy. E’ per questo che a far visita alla corte Benetti sono molte famiglie con i bambini, scuole elementari o materne e addirittura gli anziani di molte case di riposo. “Nulla è più rigenerante – spiega Massimo – di una passeggiata in campagna con i lama o gli alpaca”. E infatti i lama-trekking oraganizzati dalla famiglia Benetti sono frequentatissimi. Ma è rigenerante anche trascorrere semplicemente qualche ora in compagnia di questi straordinari animali, magari, all’ombra fresca degli alberi della Corte.
Corte Benetti è il frutto di un lungo impegno e di tanta dedizione da parte di una famiglia intera, che alla campagna Polesana è legata da generazioni. Ma è anche il sogno del più giovane della famiglia, Fabio. E’ con lui, che la passione si è trasformata in un progetto imprenditoriale ancora in evoluzione, aperto alle novità, ma legato alla tradizione della cultura contadina, lo si legge nella semplicità dei modi con cui vengono accolti i visitatori, nelle colazioni, nei buffet preparati e serviti con i prodotti dell’orto, nella cura degli animali. E’ ancora con lui che un pezzo di campagna polesana, alle porte della città, ha recuperato il suo canto.