Bullismo – Mai abbassare la guardia
Ma quando si parla di bullismo, di cosa si sta parlando?
“Un’azione offensiva e/o aggressiva reiterata nel tempo ai danni di qualcun altro in una relazione asimmetrica”. In questa relazione, una parte più forte (i bulli) agisce con comportamenti aggressivi verso una parte debole (le vittime).
Come ci accorgiamo che nostro figlio è vittima di bullismo?
Dall’umore che cambia, dal bisogno di isolarsi, dai danni eventuali a cose o vestiti, da improvvisi malesseri fisici, peggioramento dell’andamento scolastico, disturbi del sonno e dell’appetito…facendo attenzione a tutto ciò che ad un certo punto cambia …
Cosa fare nel momento in cui ci si rende conto che qualcosa non va?
Parlare, osservare, affiancare, approfondire…il dialogo sempre aperto tra genitori e figli, un dialogo fatto di ascolto, profondo, senza giudizio, porta sicuramente a costruire una relazione efficace, in cui la fiducia fa da padrona.
E il bullo in tutto questo?
Sfatiamo il luogo comune che il bullo appartenga per forza a famiglie disagiate: non è così! Il bullo è un bambino/ragazzo dell’età di nostro figlio o forse appena un po’ più grande. Sicuramente ha una forte impulsività, ha bisogno di dominare gli altri, ha una elevata autostima apparente. Come per la vittima anche il suo essere bullo può essere riconosciuto. Innanzitutto quasi sempre, c’è qualcuno che, come la scuola rende noti, comunicandoli ai genitori, alcuni atteggiamenti del ragazzo/a che denunciano un malessere. E’ utile per i genitori provare a mettersi in contatto con gli insegnanti, creando con loro una rete collaborativa per il bene del ragazzo, senza partire in quarta sulla difensiva e soprattutto osservare attentamente il proprio figlio. Anche se questo può provocare dolore o difficoltà.
Il bullismo è reato!!! E’ bene conoscere di cosa potrebbe essere capace nostro figlio per prevenire danni e ripercussioni anche gravi su di lui. Di tanti mestieri credo che l’unico al mondo per il quale è impossibile la delega è il mestiere del genitore. Intendo dire che c’è un solo modo per far crescere dei figli sereni non vittime e nemmeno bulli, è occuparsi senza deleghe di loro, rimanendo loro accanto, osservandoli.
a cura di Glenda Incao
pedagogista clinico