Sara Bacchiega racconta il Festival
Espressione di vitalità ed energia, il colore arancione sta per invadere la città. Lo farà dal 3 al 6 maggio prossimi con il Festival Rovigoracconta, che alla sua quinta edizione si arricchisce di un intero spazio dedicato alla letteratura per l’infanzia, per gli adolescenti e la famiglia.
A dare la rotta ancora una volta sono i due capitani e anime del festival: Mattia Signorini e Sara Bacchiega. Amici da sempre, viaggiatori curiosi, appassionati lettori, sognatori e catalizzatori di energie, in 5 anni Mattia e Sara hanno trasformato un’idea, nata al tavolino di un bar di una città di provincia, in uno degli eventi culturali più in vista d’Italia. Poi, qualche mese fa, è arrivato lui: il piccolo Ulisse, figlio di Sara. E le cose dovevano cambiare per forza.
Trentaquattro anni, una laurea ed una specializzazione in Comunicazione e design, mamma da poco, Sara vive con il suo compagno Ciro ed Ulisse a Rovigo, in una casa dove i libri (di ogni genere) fanno da padroni.
Le chiediamo se è stato il suo bambino a suggerire a lei e a Mattia di allargare Rovigoracconta al pubblico più giovane ed alle famiglie.
In parte sì – risponde -. La gravidanza e poi la nascita di Ulisse hanno stravolto molto della mia vita. Mi hanno ad esempio permesso di rallentare, obbligandomi ad ascoltare il mio corpo. Di riappropriarmi di un tempo lento, del gusto di rileggere fiabe o filastrocche, riascoltare vecchie ninna nanne o impararne di nuove. Ridimensionare il mio ‘io’ per fare spazio ai bisogni dell’altro, del più piccolo…credo sia un pò quello che capita a tutte le mamme.
Ma se la quinta edizione di Rovigoracconta dedica tanto spazio ai bambini di tutte le età ed alle loro famiglie, lo si deve in gran parte alle tante sollecitazioni e richieste che ci sono arrivate già dalla fine della scorsa edizione. Non potevamo lasciarle inascoltate.
E poi, a dirla tutta, i bambini sono i lettori più appassionati ed accorti. Offrire loro uno spazio significa credere in un mondo più bello.
E’ questo che fanno i libri, renderci migliori?
I libri ci fanno viaggiare, incontrare persone, storie. Aiutano a farci sentire l’altro più simile a noi.Ci insegnano a cercare oltre le apparenze, a reagire, a credere, ad essere creativi… ed una infinità di altre cose.
Cosa sogni per il futuro di Rovigoracconta?
Sogno di riuscire a colorare di arancione tutta la città, dalla stazione dei treni al museo dei Grandi fiumi: un grande enorme tappeto arancione pieno di storie da raccontare, di autori e libri. Un tappeto, però, condiviso dall’intera Rovigo: dai suoi commercianti, dalle scuole, dalle associazioni che insieme credono e investono in un progetto, consapevoli del suo valore e di quanto può davvero essere occasione di crescita per l’intera comunità.
Il nome Ulisse al tuo bimbo è un omaggio alla letteratura classica?
Abbiamo scelto, dopo lunga riflessione, un nome che fosse di buon auspicio. Auguro al mio bambino di essere un appassionato viaggiatore del mondo, uno scopritore di cose belle e al tempo stesso di saper resistere alle avversità che la vita riserva, con coraggio e fiducia. E gli auguro ancora di poter trovare sempre la strada verso casa, il porto sicuro dove fare il carico d’amore e da cui tutto sempre ha inizio.
a cura di Micol Andreasi, giornalista