Piccoli battiti

Quali sono i problemi cardiaci più frequenti nel bambino?
Chiariamo subito una cosa: se nell’adulto le cardiopatie sono prevalentemente acquisite, in età pediatrica sono per la maggior parte congenite, cioè presenti fin dalla nascita e possono essere riscontrate già in epoca prenatale. Solo raramente tali patologie sono tanto gravi da necessitare un intervento repentino. E comunque, in questo caso come nella maggior parte dei casi, sono già state individuate attraverso i controlli ecografici che la mamma fa nei mesi di gravidanza.
E’ molto raro che situazioni come la grave disfunzione di una valvola, l’assenza di una camera cardiaca, la presenza di ampie comunicazioni tra il cuore dx e sx, i restringimenti arteriosi o la presenza di vasi anomali, sfuggano all’ecografia prenatale. Se, nelle prime settimane di vita del bimbo, si manifestassero situazioni non regolari, si tratterebbe per lo più di problemi cardiaci lievi, facilmente risolvibili, spesso anche spontaneamente e quasi mai tali da mettere in pericolo di vita del bambino.

Quando è opportuno portare il bimbo ad una visita pediatrica cardiologica?
Di solito quando il pediatra di famiglia riscontra, ascoltando il cuore del bimbo con lo stetoscopio, quel rumore che chiamiamo soffio e che potrebbe far sospettare qualche cardiopatia. Oppure nel caso di tachicardie o palpitazioni improvvise e non motivate  da uno sforzo fisico o da un’emozione improvvisa. Oppure, ancora, quando il bimbo accusa un dolore toracico soprattutto se sotto sforzo. O quando si verificano situazioni di sincope o svenimenti improvvisi. Sono queste le situazioni per le quali vale la pena accertare lo stato di salute cardiaca del bimbo con lo specialista.

Che cos’è esattamente il soffio al cuore?
E’ un rumore che il pediatra percepisce ascoltando con lo stetoscopio il cuore del bimbo. Può essere generato da tante cose come ad esempio un forellino nella parete che separa i due ventricoli o dalla presenza di comunicazioni tra la parte dx e sx del cuore che sono indispensabili durante l’epoca prenatale e che dopo la nascita vanno progressivamente incontro a chiusura. Oppure, più semplicemente, sono generati dalla vibrazione prodotta dal passaggio del sangue attraverso le diverse strutture del cuore. In questo caso si parla di soffi innocenti, che non attestano nessuna anomalia cardiaca e che con l’età del bimbo cessano di essere percepiti dal medico proprio per il modificarsi delle dimensioni della gabbia toracica. I soffi non innocenti, ovvero patologici, hanno un’intensità maggiore, corrispondono a suoni più duri e aspri. Possono indicare cardiopatie importanti.
Ma, in quanto tali, spesso già diagnosticate in epoca prenatale e pertanto già note.

Se il bimbo accusa dolore al petto cosa significa?
Il più delle volte il bambino piccolo avverte come dolore ciò che in realtà è un battito più accelerato e forte. Tra i 3 ed i 4 anni comincia a prendere consapevolezza del suo cuore e del suo battito, non è in grado, però, di verbalizzare ciò che sente. E così, definisce con l’espressione “ho male” ogni  piccola alterazione percepita.  Essa, può dipendere da uno sforzo, da uno stato emotivo o insorgere improvvisamente e senza una chiara ragione. E’ quest’ultimo il caso a cui vale la pena dare attenzione. Monitorare quanto dura la vera palpitazione, quando e come insorge, con che frequenza, è un buon sistema per imparare a gestire la situazione. In molti casi, infatti, non è necessaria una terapia farmacologica mentre può essere utile imparare alcuni esercizi di respirazione che il pediatra specializzato in cardiologia può insegnare.

A che età conviene fare il primo elettrocardiogramma?
La tendenza è oggi quella di inserire l’esame tra gli altri dello screening neonatale. Tuttavia l’opportunità o meno dovrebbe essere valutata caso per caso,  tenendo assolutamente  conto della storia familiare del piccolo e della presenza o meno nei componenti della sua famiglia di cardiopatie importanti o di casi di morte improvvisa giovanile. L’esame è, inoltre, prescritto come obbligo di legge per quei bimbi che si accingono ad iniziare un’attività sportiva anche non agonistica.

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a cura della dott.ssa Giovanna Passarella specializzata in cardiologia pediatrica in servizio presso il reparto di Pediatria dell’Asl 5 di Rovigo

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