Ortondonzia: le domande più comuni
Cosa si intende con il termine Ortodonzia?
L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che riguarda lo studio della crescita cranio-facciale, lo sviluppo dei rapporti dentali e il trattamento delle anomalie dento-facciali. Il campo d’azione della terapia ortodontica coinvolge quindi i tre sistemi che prendono parte allo sviluppo dento-facciale: dentatura, scheletro cranio-facciale e muscolatura. Nell’ambito dell’ortodonzia pediatrica si parla spesso di “ortodonzia intercettiva”, significa quindi che le malocclusioni si possono prevenire? Il termine di prevenzione che consiste nel non permettere l’instaurarsi di una malattia è molto spesso usato in modo inappropriato o addirittura deformato.
Ad esempio non è corretto parlare di prevenzione di fronte ad un paziente che già presenti una malocclusione o una disgnazia (alterata conformazione delle mascelle) in giovane età poiché la sintomatologia clinica è già presente. E’ sicuramente più opportuno parlare di terapia precoce. Tuttavia è da sottolineare come la terapia precoce di anomalie dell’occlusione può prevenire disturbi più gravi in età più tardiva ossia a crescita ultimata.
Ecco quindi come una terapia precoce di talune malocclusioni può essere intesa come una terapia intercettiva, nel senso che ha lo scopo di impedire che una disgnazia o una malocclusione possano progredire e divenire più gravi.
A quale età è opportuno stabilire la necessità o meno di un trattamento ortodontico precoce?
E’ sempre opportuno portare un bambino in visita da uno specialista intorno ai 5 anni (spesso sono i pediatri i primi medici che richiedono una consulenza ortodontica…) per valutare se vi sia una buona armonia tra le varie componenti anatomiche che costituiscono l’architettura cranio-facciale.
Lo scopo è quello di intervenire il più precocemente possibile, quando si ravvisa la necessità, di ripristinare questo equilibrio e consentire una crescita armonica della struttura scheletrica, base indispensabile per un’occlusione corretta.
L’obiettivo del trattamento è quello di stabilire i presupposti più favorevoli affinché si possa esprimere la crescita normale.
Quali sono le situazioni cliniche di malocclusione che impongono un trattamento precoce (quando un bambino ha ancora i denti da latte)?
L’ urgenza (se così la possiamo definire) del trattamento è rappresentata da quelle malocclusioni che non si riesce a correggere più tardivamente ossia quando un bambino ha tutti i denti permanenti in bocca. In primis ci sono tutte le malocclusioni che hanno una causa scheletrica e che quindi a crescita ultimata non potrebbero essere più corrette se non con l’intervento del chirurgo maxillo-facciale.
A che età possono essere messi apparecchi di questo tipo?
Il più precocemente possibile compatibilmente con la collaborazione del piccolo paziente. Quindi sostanzialmente sono solo i problemi scheletrici a dover essere intercettati precocemente? Potremmo azzardarci a dire che da un punto di vista strettamente terapeutico inteso come correttivo sì, mentre da un punto di vista preventivo (ed in questo caso considerando il termine reale di prevenzione) bisogna obbligatoriamente inserire i casi di ovj > 7 mm (denti molto sporgenti con il conseguente maggior rischio di traumi), le abitudini viziate (come il succhiamento del dito, l’interposizione linguale nella deglutizione, l’interposizione del labbro ecc..) e la prevenzione della riserva di spazio come conseguenza di una perdita precoce di elementi decidui.
Cosa si intende per riserva di spazio?
Parliamo di riserva di spazio in un’arcata decidua in quanto il diametro medio-distale dei molaretti decidui (da latte) è maggiore di quello dei denti permanenti corrispondenti (premolari) e questo guadagno di spazio è ben quantificato in lavori scientifici ed è di circa 2,5 mm per parte nell’arcata inferiore e di 1,5 in quella superiore. Numeri che sebbene molto piccoli hanno grande importanza per lo sviluppo corretto della dentatura permanente futura.
Quindi anche la perdita prematura dei denti da latte dovuti alle carie possono portare a problemi di occlusione? Assolutamente sì! I denti da decidui devono essere trattati proprio con l’importanza che si riserva ai denti permanenti, in quanto una loro perdita precoce, soprattutto per quelli latero-posteriori (molaretti) che sono gli ultimi denti ad esfoliare, porta a gravi problemi di perdita di spazio in arcata con conseguenti problemi di affollamento per i denti permanenti.
Lo stato di salute della bocca in età matura, dipende in gran parte dalle attenzioni che vengono date proprio nell’età di maggiore trasformazione, l’età pediatrica. Una diagnosi tempestiva e le misure terapeutiche di primo intervento contribuiscono al raggiungimento di una corretta salute orale in età adulta. In casi di perdita precoce di denti decidui come ci si deve comportare? Anche in questo caso il trattamento precoce del problema con l’ausilio di mantenitori di spazio che consentono di prevenire un problema più difficilmente risolvibile in futuro (o magari risolvibile solo con l’estrazioni di denti permanenti sani).
a cura del Dott. Guglielmo Meschia
odontoiatra specialista in Ortodonzia