Non-solo-mamma
Finché accarezzavamo il nostro pancione, l’unico desiderio era tenere il prezioso bimbo tra le braccia.
Una volta nato, ci siamo scoperte completamente assorte a guardarlo dormire, a controllare se respirava, a trattenere il respiro vedendo i suoi primi passi… sentendoci profondamente appagate, soddisfatte.
Certo, c’è la stanchezza! Come mamme facciamo i conti con la stanchezza quotidianamente; non è solo il fisico ad “accusare” la maternità, ma anche la mente.
Perché gli incastri che ci permettono di “esserci” non ci lasciano scampo: dobbiamo essere buone mamme, lavoratrici efficienti, mogli e compagne premurose… dobbiamo essere un sacco di cose!
Finché… finché un giorno ci guardiamo allo specchio e non ci riconosciamo più.
Non sono i chili di troppo, con quelli abbiamo imparato a convivere già da un pò, è la sensazione di aver smesso di essere donna a lasciarci, troppo spesso, l’amaro in bocca.
Non bastasse questo, cominciamo a nutrire un forte senso di colpa nei confronti del nostro pargolo, convinte che l’amore per lui dovrebbe essere sufficiente a noi stesse per il resto dell’eternità.
La realtà è cosa più complessa, si sa…
L’amore per i figli è fatto di impegno, dedizione, coraggio; è fatto di ogni singola cellula del nostro corpo che si trasforma inesorabilmente con il loro arrivo e non ci lascia più.
Ma oltre all’amore per i figli c’è, deve esserci, l’amore per noi stesse.
E’ necessario ri-conoscersi, vedersi nuovamente come qualcuno che ha desideri, aspirazioni e ambizioni che vanno al di là della “mammità”.
Questi bisogni possono arrivare dopo pochi mesi dall’arrivo del bebè, o anche dopo molti anni; ciò che è importante è non ignorarli.
Dietro alla necessità di espressione che ogni donna manifesta, esiste un sentimento profondo che deve essere accolto.
Si tratta di quella vocina che ci dice di sorridere di fronte allo specchio, di quel desiderio irrefrenabile di indossare nuovamente le scarpe da tennis e correre lungo la ciclabile… non chiediamo troppo, in fondo… sono solo piccoli gesti da ritagliarsi ogni giorno.
L’inganno, nel quale troppo spesso cadiamo come mamme e come donne, è quello di ricercare la formula magica per cui tutto deve essere perfetto.
Di perfetto, per fortuna, non c’è proprio niente!
Il nostro obiettivo deve essere quello di assaporare ogni giorno uno spicchio di felicità,
Come una medicina, come un impegno serio!
La felicità ha i gusti più svariati; si assaggia da sole, di fronte a un cappuccino caldo, o insieme ai nostri bimbi, nel gioco matto di un pomeriggio piovoso; si sente in un bacio al proprio compagno e in una promozione al lavoro.
Dobbiamo solo ricordarcelo. Ricordarci che siamo un tutto e non siamo divise a scomparti, non dobbiamo scegliere se essere donne o mamme: siamo irrimediabilmente l’una e l’altra in misura alterna, a seconda delle situazioni.
E ricordiamoci sempre di non cercare di essere perfette, ma di essere felici!
a cura di Dr.ssa Alessandra Tozzi, Psicologa dell’età evolutiva