Quale spazio dare al dolce?
Anticamente il gusto dolce corrispondeva a cibi spontanei che dovevano essere solo raccolti come ad esempio frutta, semi e miele.
Con l’avvento dell’agricoltura si sono aggiunti cereali, frutta e verdura che potevano essere coltivati permettendo così una maggior varietà anche delle sfumature del gusto dolce. I dolcificanti naturali erano il miele e i prodotti della canna, da zucchero ma il loro utilizzo era limitato e da riservare ad occasioni speciali. Solo a partire dall’800 con la diffusa coltivazione e lavorazione della barbabietola da zucchero, il comune zucchero da cucina ha cominciato ad essere quotidianamente e abbondantemente presente sulle nostre tavole dato anche il progressivo basso costo.
Il gusto dolce caratterizza cibi ricchi di carboidrati che rappresentano la fonte di energia per il nostro corpo e per questo sono importantissimi.
La presenza costante sulle nostre tavole dello zucchero, la sua diffusione in tanti alimenti industriali (zucchero mascherato) e l’aggiunta in molti alimenti per l’infanzia, rappresentano una minaccia per la nostra salute con malattie come il diabete e l’obesità che, negli ultimi anni, stanno colpendo un gran numero di persone anche in giovanissima età.
Se diamo uno sguardo alla tradizione, l’antica medicina ayurvedica ci dice che il “dolce” aiuta a conservare la salute dei tessuti , favorisce la serenità e migliora la forza, ma ci suggerisce anche di limitare il dolce dello zucchero e dei suoi derivati. Quello che troviamo nei cereali ed in alcuni ortaggi considerati salutari come zucche, piselli, mele, uva, datteri, meloni non è soggetto a contenimento, in quanto considerato benefico. Anche la prima e più importante scuola di medicina europea del Medioevo (la Scuola medica salernitana) considerava utile il dolce ma ne suggeriva un uso moderato.
Ecco dunque la parola chiave: MODERAZIONE!
Dovremo nutrire i nostri bambini, offrire loro cibi con moderazione e, aggiungerei, saggezza.
Affermare che i propri bambini non assumono dolci mette al riparo dai rischi per la salute?
Certamente no! L’alimentazione va valutata nel suo complesso e non solo concentrando le nostre attenzioni su una singola categoria di alimenti. Mai dimenticare, ad esempio, il legame tra una corretta alimentazione e l’attività fisica. Si tratta di due componenti che favoriscono una buona
salute nel tempo come numerosissimi studi di alto valore scientifico hanno ormai ampiamente dimostrato.
ALCUNI SEMPLICI ACCORGIMENTI
Proviamo ora a riflettere su alcuni semplici accorgimenti che ci possono aiutare a gestire gli alimenti dolci in modo corretto.
Prima di tutto pensiamo ad educare il gusto fin dalla più tenera età.
Per i primi due anni di vita del bimbo, non aggiungiamo zucchero o altri dolcificanti ed in particolar modo, non aggiungiamo lo zucchero a cibi già naturalmente dolci come la frutta.
Meglio non usare i “dolci” come premio, come merce di scambio e come ricompensa perché si rischia di instaurare una dipendenza nei momenti di stress che potrebbe durare per tutta la vita (mi sento un po’ triste e, per tirarmi un pò su, mi mangio dei biscottini…)
Quando acquistiamo i cibi confezionati, abituiamoci a preferire quelli con meno zuccheri semplici scritti in etichetta. Il basso costo dello zucchero porta ad aggiungerlo in maggior quantità magari per mascherare la qualità scadente delle materie prime. Quando lo zucchero (saccarosio) compare fra i primi ingredienti elencati in etichetta, vuol dire che è presente in elevata quantità.
A volte si trova scritto fruttosio, sciroppo di fruttosio o glucosio ricavato dal mais.
O leggiamo destrosio, estratto di malto o polvere di latte. Hanno tutti lo stesso significato!
Meglio favorire i cibi naturalmente dolci come la frutta e valorizzarli grazie a ricette che possono essere graditi ai bambini come frullati e sorbetti fatti in casa che di certo non contengono
zuccheri aggiunti come quelli già pronti. Le bevande dolci vanno limitate al massimo perché interferiscono negativaente con la regolazione della fame.
I dolcificanti aggiunti vengono assorbiti velocemente favorendo la produzione di insulina e il conseguente abbassamento della glicemia che a sua volta rappresenta uno stimolo per la fame.
I dolci andrebbero assunti al pasto della prima colazione o alla merenda del pomeriggio .
Ottimale sarebbe far seguire dell’ attività fisica. Meglio evitarli nello spuntino di metà mattina perché potrebbero compromettere l’appetito per il pranzo.
Moderazione nelle porzioni! Una merenda non dovrebbe superare il 10% delle calorie dell’intera giornata
Infine bisogna aver chiara la differenza differenza tra i carboidrati responsabili del gusto intensamente dolce, i cosiddetti “zuccheri semplici” quali: il saccarosio (zucchero da cucina), il lattosio (zucchero presente nel latte), il fruttosio nella frutta e la sua variante industriale ottenuta dallo sciroppo ricavato dal mais .
Tutti questi sono da distinguere dai carboidrati complessi quali l’amido e le fibre chiamati carboidrati complessi.
Questi sono presenti in abbondanza in: ortaggi, legumi, frutta e cereali che sono le basi fondanti della nostra tradizione e della dieta mediterranea.
Forniscono energia facile da utilizzare senza appesantire le funzioni del nostro fegato e reni che devono eliminare tutti i residui indesiderati . Non vanno pertanto esclusi dalla dieta pane, pasta e altri cereali che donano un piacevole senso di sazietà . Preferiamo però quelli poco raffinati perché contengono le fibre che hanno una funzione molto importante di regolazione nell’assorbimento dei nutrienti.
Al termine di questa lettura, ora, andate nella vostra dispensa o pensate al vostro carrello della spesa, quale spazio avete dato agli alimenti dolci.
Se qualcuno si fosse incuriosito e volesse conoscere maggiormente il mondo del “dolce” permettetemi di consigliare un bel libro arricchito anche da tante ricette da preparare in famiglia come atto d’amore nei confronti dei nostri cari. Il titolo è “Naturalmente Dolci” Slow Food Ed.
a cura della dott.ssa Florinda Destro, pediatra di Lendinara