Mamma mi porti a cavallo…
Capita che durante passeggiate stagionali, fiere locali, gite in fattorie didattiche o altre occasioni, i bambini vengano a contatto con il magico mondo equestre, tornino a casa e chiedano ai genitori di andare a cavallo!
Quante volte da bambini abbiamo giocato al cowboy, o quante principesse hanno un unicorno o un amico peluches pony… Come trasformare un sogno in una vera e propria attività, avvicinando senza paura il magico mondo degli sport equestri?
Cavalcare è una attività che comporta una buona dose di esercizio fisico, richiede calma, concentrazione, e non si pensi che l’equitazione sia uno sport individuale…
La grande differenza con gli sport di gruppo è che il compagno di squadra è un cavallo, un
animale che non parla la nostra lingua e ancor più non comunica con un linguaggio verbale ma corporeo. Il bambino deve affinare la sua capacità interpretativa in quanto a differenza
di animali quali, il gatto o il cane, il cavallo è un erbivoro e ha comportamenti più difficili da interpretare perché più lontani dai nostri schemi di ragionamento.
Conosciamo un po’ più a fondo il nostro amico cavallo!
Ai cavalli piace molto giocare! Il cavallo è un quadrupede, mammifero ed erbivoro; un animale sociale che vive in gruppi dove tutti si conoscono, c’è un capo, che di solito è una femmina anziana, e tra di loro instaurano amicizie dove ognuno di loro ha un “amico del cuore”. Ogni cavallo ha la sua personalità ed il suo carattere, amano stare in compagnia ad oziare.
I cavalli amano molto anche il relax! In natura la nascita avviene all’interno del branco e le altre femmine accerchiano la partoriente per proteggerla.
Poi il puledrino viene cresciuto dalla mamma ma anche dalle zie che aiutano la mamma ad avere qualche momento per sé stessa, ad esempio poter mangiare in tranquillità.
Nei mesi successivi, dopo i sei circa, il giovane cavallo pian piano si stacca per
divertirsi con i suoi coetanei, fare esperienza ed esplorare il mondo giocando
e oziando. Ai cavalli piace che gli si parli a lungo!
Amano i prati verdi, dove ci sono diverse specie di erbe da mangiare per tutto il giorno, amano le coccole e la relazione di amicizia che si instaura con l’uomo. Il contatto quotidiano prolungato con l’essere umano può avvenire attraverso la cura del corpo: spazzolandolo o strigliandolo, il tutto
accompagnato da lunghe chiacchierate.
Il rapporto che si crea con questo quadrupede erbivoro, in tutte le discipline equestri (equitazione, volteggio, horseball, ecc.) è fisico ma soprattutto empatico ed emotivo perché il cavallo è un gigante dotato di grande sensibilità che necessita di cure, quindi stimola il senso di responsabilità, in una relazione in cui non vi è né rigidità né ambiguità, ma reciproco rispetto ed ascolto.
Il cavallo, per le sue caratteristiche, può diventare un grande mediatore relazionale, in quanto nella dinamica di scambio referenziale rappresenta un interlocutore neutro e disponibile:
si lascia accarezzare, stringere, toccare, ma pone anche limiti, chiedendo di essere rispettato, non ama le urla.
Il suo udito è molto fine, non ama i gesti bruschi. Non li comprende e i suoi occhi non hanno una vista tridimensionale se non frontalmente.
Il cavallo è esente da ogni forma di pregiudizio, ha una grande memoria ed è un essere sociale , riesce a stabilire con ogni cavaliere un rapporto duale sincero e di grande affetto. Ciò che scaturisce perciò dal rapporto con il cavallo coinvolge molteplici aspetti, da quello affettivo a quello della motricità.
Il maneggio può divenire perciò un importante luogo di educazione ed interazione, un posto in cui molti bambini sperimentano esperienze affettive, guidati da regole definite e attraverso attività che nascono dal piacere di stare insieme.
La base su cui si fondano le discipline equestri è fornire competenze adeguate, nel momento adeguato, stimolando la fiducia nelle proprie capacità, il superamento di alcune paure e di
giorno in giorno un maggior grado di autonomia, con la migliore gratificazione possibile: una relazione affettiva sempre più sincera e forte tra i due grandi amici il bambino e il cavallo.
Tra tutte le bellissime discipline che potreste trovare in maneggio c’è il volteggio.
Cos’è il volteggio equestre?
E’ una disciplina completa che unisce aspetti della ginnastica artistica e della danza, il tutto eseguito su un cavallo in movimento, in squadra o individualmente.
E’ uno sport equestre dove la presa in cura del cavallo diventa fiducia profonda e collaborazione,
un binomio che balla la sua amicizia a tempo di musica. Il volteggio si basa su una preparazione atletica da terra in gruppo, dove sin da giovanissimi si imparano le regole del gruppo: attendere il proprio turno, dividersi i compiti per un unico obiettivo, aiutarsi, mettersi d’accordo, fidarsi l’uno dell’altro, ecc.
Tutto avviene nella grande cornice del maneggio, un ambiente all’aperto a contatto con la natura.
Strada facendo il volteggio assume una valenza sportiva importante in cui le abilità coordinative vengono allenate al fine di avere un armonico equilibrio psico-fisico.
Il volteggio ha la grande possibilità di unire i benefici della ginnastica a quelli dell’equitazione: l’attività equestre coinvolge diversi muscoli e sollecita più sensi, inoltre garantisce un miglioramento dell’apparato muscolo scheletrico, respiratorio e cardiovascolare, favorisce l’abbandono di schemi motori a favore di movimenti finalizzati, quindi più coordinati e precisi, consente un lavoro graduale su capacità motorie coordinative, ad esempio il continuo spostamento del baricentro stimola il senso di equilibrio. Inoltre va ricordata la grande valenza affettiva in quanto il contatto corporeo ed il rapporto che si instaura con il cavallo sono importanti canali emozionali grazie ai quali il bambino acquisisce controllo, fiducia in sé e viene incentivato alla comunicazione “emotiva” attraverso vissuti esperienziali guidati dalla sensibilità.
a cura della dott.ssa Sara Belletti, Psicologa Psicoterapeuta Tecnico Federale II° Livello Volteggio Equestre