La matematica non fa più paura

La matematica …..una materia scolastica estremamente facile per alcuni… estremamente difficile per altri!!! Perché?
Rispondere è difficile, tenterò semplicemente di esprimere il mio
pensiero.

Probabilmente tutti noi abbiamo qualche triste ricordo legato alla materia in oggetto: qualche notte insonne pensando al compito che ci attendeva. Avevamo studiato, imparato regole e formule….ma davanti al testo di un problema o ad una espressione non capivamo più nulla!
Ci sentivamo nel panico e in testa una vocina che ci diceva :
“Non so niente…e adesso???

Nel mio percorso scolastico una mia insegnante vedendomi in difficoltà davanti ad un esercizio proposto alla lavagna, mi chiese semplicemente di osservarlo e di ripetere la regola…
lo feci più di una volta e lentamente la soluzione si materializzò davanti a me.

Cosa era successo? Due cose importanti:
1- L’insegnante con una domanda mi aiutò a rendermi consapevole di ciò che
sapevo.

 

2- Mi diede fiducia e pazientemente aspettò. Ricordo di aver provato soddisfazione nel cogliere il compiacimento dell’insegnante e la fiducia che mi diede.

Ecco, questa esperienza che mi porto dentro fra i ricordi più belli, ha in fondo
segnato anche il mio modo di pormi verso i miei piccoli allievi.

I bambini arrivano alla scuola Primaria all’età di sei anni, con un buon bagaglio di conoscenze anche numeriche… quindi perché non partire proprio da qui, da ciò che conoscono, da ciò che “naturalmente” hanno appreso?

L’approccio pertanto avviene in modo naturale: “Quanti anni hai?”. Domanda
stupida e ovvia? Forse, ma in quel “sei” di risposta ci sono tante altre
risposte che sanno: il 6 viene dopo il 5 e prima del 7.

matematica2Tutti in Prima elementare sanno rispondere, tutti sono bravi, tutti si sentono a loro agio. Le domande però continuano giorno dopo giorno e ad alcune sanno sempre rispondere tutti, ad altre rispondono solo alcuni bambini.

Naturalmente ci sono sempre stati quelli più intuitivi, quelli che sempre hanno preso 10. Mi sembra che dovremmo ricordarci che anche un sudato 6 o 7 sono buoni voti, sono voti che ci donano la soddisfazione di aver conquistato la sufficienza ma anche ci dicono in cosa possiamo migliorare.
Sia come insegnanti che come genitori dovremmo valorizzare sempre le conquiste dei nostri piccoli studenti. Invece spesso capita che ci soffermiamo
sulle difficoltà e senza rendercene conto, le amplifichiamo.

Cosa fare? Forse dovremmo avere pazienza, dare fiducia, fare domande ai bambini, attendere che trovino loro stessi la risposta cercandola nel bagaglio delle loro conoscenze.

I genitori mi chiedono spesso se è giusto affiancare il figlio nei compiti per casa.
Penso sia opportuno e doveroso seguirlo, dare i tempi, gli spazi per svolgere i
compiti, ma senza mai sostituirsi a lui, cioè dando le soluzioni o spiegando.
Meglio fare loro solo delle domande su quello che ricordano o che hanno sentito in classe. In questo modo il bambino rielabora il vissuto del mattino e
spesso è lui stesso a trovare la risposta e magari prova anche soddisfazione e si sente capace di risolvere i suoi piccoli problemi quotidiani.
Alcune volte invece capita che davvero il bambino non sappia, non ricordi nulla di quanto fatto in classe. E’ probabile che ci sia stata una disattenzione o non abbia capito….bene, anche in questo caso, soprattutto in prima elementare, eviterei spiegazioni ma lo aiuterei a capire che è importante che
lui stesso dica all’insegnante che il compito non è stato svolto perché non compreso. Mi sembra che in questo modo possiamo aiutare i nostri bambini a prendere consapevolezza dei propri limiti che possono essere comunque colmati. Inoltre, il bambino anche senza troppe spiegazioni capisce da sé che la prossima volta deve stare più attento.

camillo-bortolato

 

Il metodo analogico del Maestro Camillo Bortolato  E’ stato in uno dei miei tanti corsi di aggiornamento che ho scoperto il metodo
analogico del Maestro Camillo Bortolato…un metodo semplice come semplice è il bambino.

E’ un metodo essenziale, si preferisce l’operatività alle spiegazioni.
E’ un metodo coinvolgente perché invoglia i bambini a scoprire da soli le proprie strategie, cercare la strada più facile per arrivare alla soluzione.
Valorizza le capacità intuitive del bambino, punta all’immediatezza delle soluzioni, rispetta i tempi di ciascuno.

fumettoIl metodo analogico usa degli strumenti facilitatori, come la linea del 20 del 100 e del 1000 che sono gli strumenti per apprendere i numeri e il calcolo fin dai primi giorni di scuola. Il 20 è diviso in cinquine ben visibili perché distanziate tra loro da uno spazio. Poi si passa alla linea del 100 e a quella del 1000.
Il raggruppamento in cinquine simula l’allineamento delle dita di due paia di mani. Questa struttura analogica diventa un riferimento mentale costante e introduce al calcolo mentale.
Ogni bambino utilizza il testo e lo strumento quotidianamente, sviluppando il riconoscimento istantaneo della quantità.
Anche per l’avvio al calcolo si utilizza lo strumento e, gradualmente, si impara
a farne a meno. Con questo strumento si leggono i numeri entro il 20 fin da subito, riconoscendone la posizione e la quantità.
Si conta per decine intere e unità entro il 50 e poi il 100.
Si eseguono addizioni e sottrazioni entro il 20 e si eseguono poi anche mentalmente.
I bambini con questo metodo si entusiasmano e l’entusiasmo è una spinta
motivazionale molto importante per apprendere.

Per me, come insegnante, è stato divertente applicarlo, mi sono io stessa entusiasmata ma anche meravigliata nel constatare lo stupore genuino e
spontaneo dei miei allievi quando facevano le loro scoperte e…si sentivano
bravi, capaci…intelligenti! …ed io? Gioivo con loro!

Tengo a precisare che sono solo una maestra con il desiderio di fare bene
il proprio lavoro. E non sempre mi riesce. Ma ci provo ogni giorno, insieme
ai miei piccoli allievi e con loro imparo sempre qualcosa. Insieme facciamo
scoperte, ci divertiamo e…perchè no, talvolta ridiamo pure se ci accorgiamo di sbagliare.

In fondo lo sbaglio cos’è? L’occasione di rimediare.

Paola-Lucchiari

 

a cura della maestra
Paola Lucchiari

 

 

 

 

 

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