La fiera di Rovigo

Si sente nell’aria molto prima che arrivi…No, non è l’autunno, ma la Fiera!

Anche il più piccolo dei Comuni ha la sua. E c’è chi la chiama Fiera e chi Sagra… La distinzione tra l’una e l’altra sta ormai solo nell’etimologia delle due parole. Laica la prima, legata soprattutto
ad una tradizione di tipo commerciale o produttivo.
Religiosa la seconda, ovvero legata alla commemorazione di un santo. La sostanza è che nessuno può fare a meno della sua tradizione e della festa che la celebra.

Così l’aria si fa frizzante molto prima che arrivi il tempo dell’inaugurazione…
I bambini collezionano sogni di giostre avveniristiche, di palloncini gonfiabili e dolcetti.
Le mamme ed i papà progettano acquisti e organizzano passeggiate con gli amici tra i profumi
ed i colori della festa. I nonni invitano tutti a casa: si mangia insieme e si esce, proprio
come tradizione vuole.

banche-cestini

L’istituzione della Fiera rodigina risale al 12 agosto del 1482. Era il giorno in cui la città di Rovigo passava sotto il dominio della Serenissima. Per molti secoli la fiera della città delle rose fu una delle più importanti del Veneto. Si deve sapere che originariamente per fiera si intendeva il periodo in cui i vari mercanti
e venditori si trovavano in città.
E a Rovigo si ritrovavano soprattutto mercanti e venditori di bovini e cavalli.

Il terreno del Polesine, infatti, paludoso e basso, ricco di pascoli, era ideale per l’allevamento soprattutto di questi animali.
La data d’inizio della fiera venne più volte spostata per favorire la città, il territorio ed i mercanti veneziani, ma soprattutto per permettere ai contadini di coltivare in tempo i loro prodotti e ottenere dall’occasione i più ampi profitti. Nel 1595 fu deciso che la fiera sarebbe iniziata il 20 del mese di ottobre, alle ore 20 e che sarebbe durata otto giorni.

giostrefieraLe “Botteghe” erano poste in mezzo alla piazza principale e sotto i portici, mentre il mercato di bovini ed equini avveniva nel prato della Fiera fuori porta San Francesco. Dentro le barche, ferme lungo l’Adigetto che al tempo correva lungo il Corso del Popolo, facevano bella mostra i vitelli. Gli espositori pagavano al Comune una gabella per gli spazi occupati.

 

 

giostre2Con il tempo alle esposizioni ed al commercio si aggiunsero occasioni di intrattenimento musicale, che suscitarono da subito grande favore di pubblico… e con gli anni arrivarono gli spettacoli viaggianti e poi, molti anni dopo, le giostre…

Il giorno più importante della Fiera d’ottobre è il Marti Franco, ovvero il primo martedì dopo il 20 ottobre. Il suo nome deriva da una consuetudine risalente alla metà del 1600, quando per incentivare il commercio di bestiame si stabilì che l’ultimo martedì di ogni mese gli espositori non pagassero alcuna tassa.

a cura di Micol Andreasi

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