Il dentifricio dell’elefante
Facciamo un gioco-esperimento
Che cos’ è il dentifricio dell’Elefante?
Il dentifricio dell’elefante in realtà è il prodotto di un esperimento scientifico divertente. Si tratta del risultato di una reazione chimica che genera una grande quantità di schiuma. Il movimento
della schiuma è simile a quello del dentifricio quando viene spremuto dal tubetto e la quantità è tanto abbondante da poter lavare i denti di un elefante.
E’ un gioco-esperimento adatto ai bambini curiosi che hanno compiuto almeno 5 anni, e con la passione della chimica. E’ consigliato farsi affiancare da un adulto perché, nonostante non sia pericoloso, prevede l’utilizzo di prodotti chimici (acqua ossigenata 24 volumi) con cui bisogna avere sempre un occhio di riguardo!
Occorrente:
Per la creazione del dentifricio dell’elefante sono necessari i seguenti materiali:
• lievito di birra essiccato (una bustina)
• un po’ di zucchero
• un bicchiere di acqua tiepida
• dell’acqua ossigenata da 24 volumi (si compra in farmacia)
• detergente per mani
ed inoltre:
• un bicchiere di plastica o vetro
• una vaschetta in stagnola o un piatto di raccolta del dentifricio
• una bottiglietta, anche di plastica
Mettiamoci all’opera:
Ora che avete tutto a portata di mano, fatevi assistere da un adulto per svolgere le singole operazioni:
1. In un bicchiere, mescolare 1 bustina di lievito, 2 cucchiaini di zucchero, e 2/3 cucchiai di acqua tiepida. Mettete il contenuto da parte.
2. In una bottiglietta versate mezza tazza di acqua ossigenata ed un cucchiaio di detergente da mani, mescolando un po’.
3. Unite i due composti Conviene sempre versare il contenuto del primo bicchiere nella bottiglietta! Per osservare meglio il risultato e non sporcare, è consigliato mettere la bottiglietta sopra una vaschetta di stagnola.
4. Il risultato immediato sarà sorprendente! E’ il frutto di una reazione chimica: un composto spumoso e compatto di colore chiaro…simile al dentifricio che strizziamo dal tubetto.
Eccolo il nostro ‘dentifricio dell’elefante’ si potrà toccare con le mani, meglio se con guanti
Laboratorio a cura di Erica Cecchi “LaVitediArchimede“