Ad Alta voce. Leggere per crescere tra parole ed immagini

Raccontare e leggere storie ai bambini è una pratica antichissima.
Oggi la letteratura scientifica ha dimostrato come la lettura condivisa proposta con continuità, e fin dal primo anno di vita rientra tra le buone pratiche che i genitori possono mettere in atto per favorire un migliore sviluppo del loro bambino. Gli studi nazionali ed internazionali hanno dimostrato che lo sviluppo del cervello non dipende solo dall’eredità genetica, dal buon andamento della gravidanza e del parto, ma molto dall’ambiente in cui i bambini vivono e dalle
possibilità che vengono date loro di imparare, sentendo e guardando gli altri.
I primi due-tre anni di vita sono un periodo fondamentale, rappresentando una finestra di opportunità per lo sviluppo del cervello del bambino, particolarmente plastico, in grado di produrre connessioni neuronali essenziali per diverse funzioni, tra cui il linguaggio. Il bambino da subito inizia a riconoscere i suoni, le espressioni dei volti e ad associarli a oggetti e sensazioni.

Per fare questo ha bisogno di un ambiente affettivo ricco di relazioni: parole, sguardi, coccole.
Con tutti i sensi noi conosciamo ed esploriamo il mondo, ma con la “parola” riusciamo a comprenderlo, a rappresentarlo e a relazionarci con il nostro prossimo. Parola che
non esisterebbe se non ci fosse non solo chi la pronuncia, ma chi la ascolta.

mammaleggeChe cosa c’entra il pediatra e perché dovrebbe attivamente proporre la lettura?
Il pediatra di famiglia svolge attività medicospecialistica di assistenza, garantisce attività di prevenzione, educazione sanitaria e promozione della salute con attenzione allo sviluppo fisico, psichico, relazionale, cognitivo del bambino e dell’adolescente nel contesto ambientale e sociale in cui è inserito (ACN 2005). Al di là degli obblighi di legge e delle autorevoli raccomandazioni, l’impegno del pediatra è di inserire la lettura ad alta voce nei consigli anticipatori che fornisce ai genitori durante i Bilanci di Salute.

In tutte queste occasioni dovrà chiedere come sta andando l’esperienza della lettura condivisa con il bambino, con lo stesso interesse con cui chiede se il bambino dorme o mangia, indagarlo con la stessa accuratezza con cui esamina un orecchio o una gola. In conclusione, con un semplice gesto che i genitori possono compiere, ovvero leggere un libro con il bambino in braccio, si può aumentare lo stimolo cognitivo del bambino, che è tanto più efficace quanto più è collegato a esperienze emotive. Se queste sono piacevoli fanno sviluppare al bambino amore per i libri e la lettura perché il momento viene ricondotto a un’esperienza positiva con un genitore o altre figure con cui vi è un forte legame affettivo, e quindi il bambino desidera ripetere l’esperienza. Anche l’adulto ne trae beneficio, in quanto non solo scopre che le competenze del bambino esistono ben prima di quanto potesse immaginare, ma anche perché può disporre
di un’occasione e di uno strumento in più di vicinanza fisica e affettiva con il suo bimbo.

Perché leggere ad alta voce?
Perché è l’attività più efficace che il pediatra di famiglia può svolgere per promuovere lo sviluppo del bambino”. Lo dimostrano diversi studi europei ed americani e numerose evidenze:
– I bambini che vivono in contesti ricchi dal punto di vista delle letture in casa (libri, riviste, giornali) hanno uno sviluppo maggiore del linguaggio e imparano a leggere prima e con minori difficoltà.
– I bambini a cui viene letto fin dal primo anno di vita con una certa continuità, hanno uno sviluppo del linguaggio maggiore e in seguito incontrano meno difficoltà nell’apprendimento della lettura (emergent literacy).
– La lettura promuove il contattoenrico-legge fisico e visivo, fondamentale per il processo di attaccamento.
– Leggere rafforza la relazione e il legame coi genitori: la presenza dell’adulto è rassicurante e aiuta l’apprendimento, e nella forma dialogica anche la costruzione della sua identità e la discussione sulle emozioni.
– I bambini ai quali viene letto sono più sicuri e hanno una relazione più equilibrata con se stessi e gli adulti accanto a loro.
– Particolarmente per i baby books nella fascia di età 0-12 mesi si migliora il senso di competenza delle madri e il loro senso di autoefficacia.

Quando cominciare a leggere?
Da subito, leggendo o raccontando filastrocche e storie fin dai primi mesi di vita, parlando con il bambino durante la giornata. Un libro lo si può leggere ad alta voce a partire dai 6 mesi di età quando il bambino sta seduto in braccio: adulto e bambino leggono così insieme.

Già nella pancia i bimbi ascoltano la voce: alla nascita sia il battito del cuore che il riflesso della suzione, cioè quel movimento delle labbra e della bocca che fanno tutti i neonati, aumentano quando la mamma parla al bimbo.
Studi recentissimi hanno dimostrato che quando una mamma parla al bimbo, anche appena nato,
come fanno tutte le mamme del mondo, cioè usando quel modo di parlare particolare fatto di toni diversi, con voce alta e bassa, pause lunghe e buffe espressioni del viso, alcune zone del cervello
del proprio bambino vengono stimolate, e sono proprio le zone che sviluppano le emozioni e le
sensazioni. Questo modo di parlare si chiama baby-talk o “mammese”: un alternarsi di sguardi, suoni, espressioni e vocalizzazioni che lo renderà sensibile ai suoni, alle parole e ai discorsi, sensibile dunque alla comunicazione con il mondo.

Con quali libri cominciare?
A 6 mesi i bimbi possono cominciare con libri piccoli, da tenere in mano o addirittura mordicchiare con la bocca, di stoffa, o di plastica, o di schiuma, cartonati da poter essere “mangiati” e conservati, con immagini colorate familiari e ben definite come i volti di altri bambini o di oggetti che fanno parte della vita di tutti i giorni.
A 9-12 mesi il bimbo comincia a indicare le immagini, a sfogliare la pagine nel verso giusto. È attratto dai suoni, specie se in rima, dai versi degli animali conosciuti, dai colori e dalle immagini. Con il bambino in braccio si legge e si risponde ai suoi tentativi di comunicazione, si fa diventare
il libro parte del suo quotidiano, anche se per pochi minuti al giorno, tutti i giorni.
A 12-18 mesi il libro con poche parole potrà essere un po’ più grande, non troppo, in modo che il bambino lo possa tenere in mano e portarselo dietro, con immagini legate alla vita di tutti i giorni: il pasto, il dormire, il gioco.
Dopo i 18 mesi, quando il bambino comincia a usare più paroline, il libro può raccontare storie semplici e brevi, familiari, divertenti da agganciare alla vita di tutti i giorni.
A 24 mesi imparerà a memoria frasi del libro preferito, vorrà ascoltare sempre la stessa storia: la rilettura è importante e va assecondata.
I 2-3 anni possono essere il momento giusto per ascoltare e guardare una storia illustrata, di avventura, di fantasia e magia, o con agganci al quotidiano.
Dopo i 3 anni la lettura ad alta voce sarà anche un modo per rispondere alle sue domande, per allenarlo all’ascolto e per aiutarlo a esprimere i suoi sentimenti.

manulegge• Tieni il tuo bimbo in braccio
mentre leggi e indica con il dito le figure.

• Lasciati coinvolgere dalla storia
che leggi e trasmetterai il piacere
della lettura.

• Non bisogna essere degli esperti
per leggere ad alta voce, ma solo essere
interessati e avere il piacere di farlo.

Per saperne di più: www.natiperleggere.it

 

a cura di  M.Antonietta Chiriacò, Pediatra di famiglia
chiriaco

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