Profumo di pane, rumore di acqua
Una favola per riscoprire il mulino storico di Fratta Polesine:
Mulino al Pizzon
di Evelin Crepaldi Animatore Culturale di Turismo e Cultura
Fino a qualche tempo prima, il cane Ossoi era solito tornarsene a casa con vecchie ciabatte tra i denti, o ossi di chissà quale epoca storica.
Da una settimana però, la bocca del suo cane non aveva più l’odore nauseabondo delle cose rinvenute sotto terra. Qualcuno doveva averlo preso in simpatia tanto da allungargli dei pezzi di pane…Nell’aria si respirava un profumo nuovo, bussava alla porta delle case di Fratta?
Anna amava i misteri e le giornate calde d’estate erano la giusta ambientazione per le sue investigazioni. Correva fra i papaveri e le spighe di grano inseguendo il suo cane. Giusto il tempo per raccogliere un fiore di malva da mettere tra i capelli e poi via, il passo accelerava di nuovo dietro l’animale. Le scarpe cominciavano a farle male, quando Osso sparì in mezzo agli alberi. Così, con i piedi sempre più doloranti, cominciò l’inseguimento.
Il rumore dell’acqua si faceva sempre più vicino, i rovi le graffiavano le ginocchia. Un soffio di vento le diede il benvenuto, mentre una grande casa si ergeva di fronte ai suoi occhi. Davanti all’uscio, un impaziente Osso attendeva scodinzolando. Anna si accucciò, si fece piccola piccola, nell’intento di non farsi vedere.
“Ne vuoi un pezzo anche tu?” una voce tuonò dall’alto. “Di cosa?” “Un pezzo di pane piccola birbante. Hai fame? Vieni, serve un po’ di acqua pulita su quelle ginocchia sbucciate!” Anna non ebbe il coraggio di alzare gli occhi, sentì solamente una mano ruvida e forte afferrare la sua e guidarla verso il retro della casa. Osso, il suo cane, la seguiva e appena girato l’angolo il rumore dell’acqua divenne il bianco della schiuma che gorgogliava fra le pale di una enorme ruota. La mano dell’uomo curvata a forma di cucchiaio si calò nell’acqua limpida e poi arrivò gelida sulle ginocchia doloranti.
“Che c’è? non hai mai visto un mulino?”. La bocca spalancata di Anna raccontava la sorpresa di chi si trovava di fronte per la prima volta a qualcosa di estremamente bello e affascinante. “Quella grande ruota serve a macinare il grano. La farina poi diventa pane. E’ grazie a quella pala che il tuo cagnolino ogni giorno può riempire la sua pancia”.
La voce si spense, la mano bagnata dell’uomo si ritrasse e dopo aver sostato sulla camicia frettolosamente, sparì nella tasca del gillet per ricomparire impugnando una pagnotta. Anna riconobbe subito quel profumo e mentre timidamente ne assaggiava un pezzo, il vecchio continuò.
“Tutti si chiedono perché sia così buono. Guarda laggiù, lo Scortico si getta fra le acque del Canalbianco, i due corsi d’acqua si incontrano come due innamorati che si scambiano un dolce bacio. Solo in questo posto magico poteva sorgere un mulino. È l’amore la chiave di tutto, la chiave per fare dell’ottima farina e del delizioso pane. E io amo tremendamente questo luogo poiché ci sono nato. Mi specchio da ottant’anni in quest’acqua e invecchio come i salici che si incurvano sulle rive. Ora vieni con me, entriamo, ti svelerò la mia ricetta a patto che fra gli ingredienti tu ci metta sempre un pizzico del tuo cuore!”
Anni dopo, Anna raccontò a suo figlio:
“Non sarei diventata la panettiera più felice di Fratta senza la farina del Mulino al Pizzon!”
Ecomuseo Mulino al Pizzon
via Pizzon 929 – Fratta Polesine (Ro) Museo, locanda, ristorante, squero
Ogni sabato ore 15 • Corso di voga alla veneta • Passeggiate a piedi e in bici lungo le rive del Canalbianco e la pista ciclabile Adige-Po