Abitare la scuola – Edilizia scolastica
UNA NUOVA SENSIBILTÀ VERSO LA SCUOLA PARTE DALLA CURA DELL’EDIFICIO
a cura di
Elena Lavezzo, Insegnante e architetto
I nostri bambini e ragazzi trascorrono quasi più tempo a scuola che a casa, quindi meritano ambienti curati, di qualità, sicuri e in cui si sta bene. Ma chi pensa alla scuola?
Di questo si è parlato ad “Abitare la Scuola” il convegno che si è svolto il 19 maggio presso l’Aula Magna del Celio con l’ obiettivo di attivare un tavolo tecnico di lavoro sull’edilizia scolastica in provincia di Rovigo.
Vi propongo alcune riflessioni.
LA CURA
Lo spazio è un linguaggio e come tale è in grado di comunicare il senso di attenzione e di educare alla cura chi lo abita. Quando a settembre entro in un aula, mentre saluto i miei studenti, mi guardo attorno e faccio con lo sguardo una rapida analisi: intonaci scrostati, pareti un tempo bianche diventate beige, battiscopa staccati, attaccapanni penzolanti, la tapparella bloccata in basso, la finestra con cartello “rotta non aprire” e il mio elenco potrebbe continuare (non tutte le scuole, ma molte hanno problemi). Lo spazio scolastico è un bene comune e se è trasandato trasmette l’idea che la scuola non meriti attenzione e nemmeno chi ci lavora o ci studia. Se uno spazio è sciatto io e anche i miei studenti non vediamo l’ora di andarcene!
QUALITA’
Lo spazio scolastico non è solo il luogo fisico, ma ha un grande valore pedagogico. In uno spazio bello si impara meglio. Uno spazio, inteso come oggetto pedagogico, di qualità è utilizzabile didatticamente, può attivare percorsi formativi autonomi. Ma le nostre scuole hanno per la maggior parte ancora un assetto tardo ottocentesco con aule organizzate secondo lo schema maestro/allievi della lezione frontale, cioè cattedra da una parte e banchi in file dall’altra. Insomma, le aule dei nostri figli sono uguali alle aule di quando eravamo studenti noi, ci sono persino gli stessi banchi. I docenti si trovano oggi a dover progettare per competenze (sì, perché il programma non esiste più e le metodologie didattiche sono cambiate!), ma sono costretti a lavorare in aule tradizionali e senza laboratori, insomma in uno spazio istituzionale ancora basato sul concetto di “trasmissione del sapere” e non di “costruzione del sapere”. Lo spazio scolastico è per eccellenza lo spazio della relazione tra le persone. Indire propone il Modello 1+4 degli spazi educativi per il nuovo millennio in cui “1” è lo spazio di gruppo, l’ambiente di apprendimento polifunzionale del gruppo-classe, l’evoluzione dell’aula tradizionale che si apre alla scuola e al mondo e “4” sono gli spazi complementari, non più subordinati, agli ambienti della didattica quotidiana. Sono l’Agorà, lo spazio informale, l’area individuale e l’area per l’esplorazione. L’esplorazione del mondo esterno è fondamentale nella scuola dell’infanzia e primaria. Eppure, molte scuole di Rovigo, per loro stessa struttura, negano proprio questa possibilità di relazione con la realtà esterna. Se i bambini di Mario Lodi non avessero potuto vedere ciò che accadeva fuori dalla finestra della loro aula non avrebbero mai scritto insieme al loro maestro il bellissimo libro titolato “Cipì”.
SULLA SICUREZZA
Ci sono aspetti facilmente visibili e aspetti che necessitano di occhi e ricerche più approfondite. Gli edifici in cui ogni giorno si recano i nostri figli sono spesso senza agibilità, senza collaudo statico, con coperture ancora in amianto, non a norma sotto diversi aspetti dall’antincendio alle norme igienico sanitarie, dalle altezze dei davanzali o dei parapetti alla superficie aero-illuminanti. Quando scegliamo la scuola diamo per scontato che tutto sia a norma, ma spesso non è così. In ben 25 Comuni polesani ci sono scuole con amianto.
BENESSERE
Le scuole sono spesso fredde in inverno e troppo calde in estate. Nelle scuole che frequentano i nostri figli l’involucro edilizio (muri/finestre) è poco isolato e non ci sono impianti meccanici di ventilazione controllata per il trattamento continuo dell’aria. Le aule accolgono qualche decina di ragazzi ed è inevitabile che si debbano aprire le finestre per garantire il ricambio e la salubrità dell’aria. Questo comporta dispersione del calore in inverno e incide negativamente sul benessere dei ragazzi con inevitabili sbalzi termici, ma anche sui costi per il riscaldamento che sostiene il Comune, quindi la comunità. Scuole realizzate recentemente secondo progetti lungimiranti sono dotate della Ventilazione Meccanica Controllata che permette il continuo ricambio dell’aria evitando così allergie e lo scadimento della qualità dell’aria interna.
LA CITTA’ DI ROVIGO
è precipitata dalla sessantunesima alla ottantaduesima posizione (su ottantasei) nella classifica delle scuole in base alle buone pratiche (certificazioni, manutenzioni, servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, avvio di pratiche ecocompatibili, esposizioni a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne, ecc). Tutti insieme, cittadini amministratori e progettisti, possiamo fare molto per promuovere una nuova sensibilità verso questi spazi che hanno un ruolo impor- tantissimo, addirittura empatico, nella crescita dei cittadini del domani.
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