SHHHH…Tutti a nanna
La letteratura sull’argomento della nanna dei piccoli è vastissima e numerose sono le teorie che rassicurano mamma e papà sul fatto che prima o poi torneranno a dormire tutta la notte.
Una cosa è certa, però: ogni bambino è diverso, ogni mamma è un caso a sé e ogni famiglia ha abitudini proprie che vanno rispettate.
Questo basta ad indebolire ogni convinzione assoluta basata su un metodo o una teoria piuttosto che su un’altra.
Co-sleeping o Estivill, la “ricetta” perfetta per far dormire i nostri cuccioli non esiste. A soccorrerci, soprattutto quando siamo esausti, ci sono i rituali.
I rituali della nanna (come tutti i riti in genere) sono rassicuranti.
Il primo rituale è quello dell’orario. E’ importante che vi sia una fascia oraria prestabilita e costante entro la quale portare il bimbo a letto. La nanna, come il pranzo e la cena, necessita di un orario il più possibile regolare. Potrebbe essere utile avvertire il bambino quando sta arrivando l’ora di prepararsi ad andare a dormire, in modo tale da non interrompere bruscamente giochi o attività ed evitando quindi rabbia e frustrazione.
Un piccolo consiglio: evitate di chiedere “ti va di andare a nanna”, ma preferite “ora è il momento della nanna”. Compito del genitore è decidere per il bene del piccolo con gentilezza, ma risoluzione. È così giunto il momento di salutare i giochi, mettere il pigiamino e scegliere eventualmente un libro da leggere.
Che bello il momento della favola! Adatto a partire dai 6 mesi, è un rituale che piace anche quando i bimbi hanno imparato a leggere. Sì, perché, maghi, principi e incantesimi, trasportano grandi e piccini in un mondo fatato e incontaminato dove si può essere complici, intimi, superando la paura dell’ignoto che l’addormentarsi porta con sé.
Con i bimbi più grandicelli si può anche giocare alla “staffetta delle storie” dove mamma o papà e bimbo alternano la narrazione di un racconto, ancor meglio se inventato, favorendo così anche lo sviluppo della capacità di previsione, il rispetto dei turni, la creatività e la comprensione di relazioni temporali e causali. E se il bambino chiede di raccontare sempre la stessa storia? Benissimo! I piccoli hanno bisogno di ripetizione, crea in loro sicurezza, una maggior possibilità di capire meglio il racconto e di farlo proprio.
Per concludere la giornata in bellezza, perché non farsi le coccole!? Un momento tutto per voi con il vostro bambino.
Attenzione ai nemici della nanna: tv, tablet, videogiochi, smartphone! Non solo i piccoli, ma anche i più grandicelli, vengono iperstimolati dalle continue ed accattivanti immagini dello schermo. Il sovreccitamento causa il più delle volte notti insonni ed agitate.
Meglio allora spegnere la tv almeno trenta minuti prima della nanna e dedicarsi alle attività rituali di cui abbiamo appena parlato.
Nelle ore serali è bene preferire attività tranquille e rilassanti come il disegno o qualche simpatico gioco da fare con mamma e papà (costruire, inventare, colorare…).
Facciamoci coinvolgere dalle favole, dalle coccole e dai baci, perché questo momento sia un dolce augurio di una serena buonanotte per tutta la famiglia!
COSE DA NON FARE
• Pensare che dopo 9 mesi trascorsi nella pancia di mamma, cullati, protetti, coccolati, sia immediato adattarsi all’ambiente esterno.
• Stimolare eccessivamente il bambino nelle ore serali
• Lasciare il bimbo piangere da solo. Le tecniche basate sull’estinzione sono dannose e vanno contro l’istinto genitoriale.
LE TAPPE
• Il ritmo sonno-veglia del bambino nei primi mesi di vita è molto diverso da quello dell’adulto: non conosce ancora la differenza fra giorno e notte, il suo ritmo è indipendente dall’ambiente e regolato solo dai bisogni interni: fame, sete. In questa fase il co-sleeping potrebbe aiutare mamme e bebè.
• Dopo i 4 mesi, gradualmente il bambino impara ad adattarsi. Le abitudini regolari lo aiutano a sincronizzare il proprio ritmo con quello esterno. Così inizia a concentrare il sonno nelle ore notturne. Questa fase può coincidere con il passaggio del lettino nella sua cameretta.
• Un’altra tappa importante avviene tra gli 8-9 mesi. Compaiono l’angoscia dell’estraneo e l’ansia di separazione, la paura di essere abbandonato dalla mamma. Il bebè ha bisogno di sentirsi rassicurato e chiede con insistenza il contatto fisico con i genitori. E’ una fase transitoria che può essere più o meno lunga.
• Successivamente, dai 3 ai 5 anni, per una spontanea e naturale evoluzione delle abitudini del sonno, i bambini chiedono sempre meno di dormire con mamma e papà. Il loro lettino è un’importante tappa di autonomia.
• Raggiunta l’autonomia, nel proprio lettino, il bambino che ha dai 6 ai 10 anni, dovrebbe riuscire a dormire di filata dalle 9 alle 10 ore. Dopo i 10 anni almeno 8 o 9 ore. Questo tempo di riposo è fondamentale per un buon rendimento scolastico e per reggere i numerosi impegni che sempre di più contraddistinguono la quotidianità dei ragazzi.
Da un recente studio emerge che i bambini che non dormono a sufficienza hanno spesso difficoltà scolastiche, carenze della memoria, della capacità di giudizio, dell’attenzione e della stabilità emotiva.
a cura di Arianna Ferlin, pedagogista