I compiti

Li hai finiti i compiti?…Sicuro?
Guarda che domani hai verifica… io non ti ho sentito ripetere a voce alta!

Quante volte ti sei sentito ripetere questo “piacevole” ritornello durante i tuoi pomeriggi?
E quante volte ti sei chiesto in cuor tuo (e non solo):
“Ma a cosa cavolo servono i compiti oltre che a rovinarmi le giornate e a trasformare mia mamma in un’arpia?” … domanda lecita.

Cominciamo da questo.
Hai presente quando vai dal parrucchiere/barbiere/taglia capelli e ti fa un taglio scolpito, ultramoderno?
Ecco, prima di farti uscire ti dà una bella passata con la cera, il gel, la lacca..un fissatore potente insomma, che permetterà alla tua capigliatura di sfidare qualsivoglia legge sulla gravità, di uscire da un improvviso tsunami perfettamente pettinato.

I compiti sono la cera.
Lo so, è dura sentirselo dire ma è così: servono a far sì che quello che hai imparato al mattino a scuola non venga spazzato via dal tuo cervello come una pettinatura impeccabile (ma senza fissatore) al primo colpo di vento.
Di più…servono a digerire, far entrare in circolo, far TUO quel che prima era roba dei libri e dei prof.

Detto ciò vediamo insieme come uscirne vivi oltre che “sapienti”.

Poche semplici regole
e un metodo di studio da provare per almeno dieci giorni
prima di dire che i compiti non servono, O.K.?

1. Quando iniziare
Dopo aver pranzato concediti una mezz’ora di pausa (ma come, solo mezz’ora? Dopo cinque ore incollato a una sedia dovrei rimettermi a studiare praticamente subito???) …non di più perché altrimenti rimetterti al lavoro sarà assai più faticoso, fidati!

2. Sconnettiti
Anche il tuo telefono merita un po’ di riposo: silenzialo e mettilo in un’altra stanza, “lontan dagli occhi, lontan dal cuore” e dalla tentazione di dare solo un’occhiata per controllare i messaggi… (e se un amico ha bisogno di me?) Non preoccuparti per impellenti richieste di aiuto di amici gli amici sono persone in gamba, se gli spieghi che dall’ora X all’ora Y non sei raggiungibile, presto capiranno e ti cercheranno prima e dopo.

Anche la TV e i videogiochi necessitano di questa pausa pomeridiana… (…..ehm…).

Arrivati a questo punto ti vien voglia di cambiar pagina, vero?
Ma pensaci…pensa a quando stai facendo una cosa che ti prende, che ti piace, che ti riesce bene e sei concentrato, sei tutto in quel che stai facendo, il resto non esiste……..e ti interrompono con un “Atavolaaaaaaaaaaaaa! Subitoooooooooooooooo!”… il tuo cervello si shocca, come se interrompessero improvvisamente la corrente.

Quando studi per provare soddisfazione (impossibile!), perché se impari a farlo un po’ alla volta ti verrà più facile e rischierà persino di piacerti… quando studi dicevo, devi metterti nella condizione di poterci stare con la testa senza distrazioni, senza interruzioni. Riprendiamo.

3. Scegli un luogo fisso
Scegliti un posto fisso: potrebbe essere la scrivania in camera tua, il tavolo della cucina…se in cucina non c’è un continuo viavai di gente. Prendi il diario, leggi i compiti per l’indomani e …..

4. Prima i compiti più difficili
Inizia da quelli che per te sono i più difficili…no, non ho detto comincia dagli scritti, bensì da quelli che PER TE sono i più difficili, quelli che richiedono mente fresca. Se fatichi di più a studiare quattro pagine di Storia che a risolvere sei problemi di Matematica…inizia da Storia.

5. Comprendere e spiegareA proposito di studiare…ti dirò un segreto che ho detto a pochi…io credo di aver imparato DAVVERO a studiare quando son diventata inse- gnante (..e vabbè allora partita persa!), intendo dire che quando mi sono trovata nella necessità di spie- gare bene a qualcun altro qualcosa, nella mia testa è scattato un CLIK, mi è diventato NECESSARIO essere si- cura di aver capito veramente e non solo…anche di sapermi esprimere in modo chiaro. Quindi….scatta il con- siglio, se non hai ancora trovato un metodo valido, prova a studiare così:

Un metodo valido per studiare fa risparmiare tempo

A – Dedica qualche minuto a leggere

solo i titoli dei paragrafi e a guardare le immagini, non hai idea di quanto il tuo cervello si metta al lavoro nel fare questa cosa così semplice…crea col-legamenti con quel che già sai sull’ar- gomento, fa ipotesi sul contenuto… “si accende”!

B – Leggi tutto una volta, se ci sono parole che non conosci e che ti impe- discono di comprendere il testo… bando alla pigrizia…usa il dizionario (noooo!Lo odio! Mi fa perdere un sacco di tempo!), ti sembrerà una per- dita di tempo, ma è scientificamente provato che in realtà te lo fa guada- gnare: solo se capisci puoi far tuo quel che leggi e quando incontrerai nuo- vamente quelle parole non saranno più per te delle “sconosciute”, diven- teranno tue e quel che è tuo lo puoi anche usare quando tocca a te scrivere o parlare…un po’ alla volta diventerai un riccastro di parole!

C – Ora che ti sei fatto un’idea gene- rale, riprendi la lettura un paragrafo alla volta e…prova ad immaginare di essere l’insegnante: quali domande fa- resti ai tuoi alunni su quel para- grafo?Scrivitele a lato. Sottolinea nel testo le risposte e ripeti a VOCE ALTA, esponendo il contenuto dovrai rispondere alle domande che tu stesso
hai formulato. Vai avanti così fino alla fine..

Un altro metodo interessante è l’uso delle mappe, non tanto quelle già fatte dal libro o che si trovano in rete, quanto quelle che tu stesso costruisci mentre studi e che poi verbalizzi sem- pre a voce alta…

Se faccio così ci metto una vita, non mi resta tempo per niente altro!

Non ci crederai, ma gli studenti mi- gliori sono quelli che non stanno tutto il giorno, tutti i giorni solo curvi sui libri, sono quelli che tre po- meriggi a settimana fanno sport, la domenica pomeriggio si trovano con gli amici e che nutrono svariati inte- ressi.

Sono quelli che quando studiano, studiano; quando fanno sport, fanno sport; quando stanno con gli amici, si divertono. Sono quelli che sono in quel che stanno facendo e se lo godono…

piffer

 

a cura della
Prof.ssa Sara Piffer

 

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