Il valore dei soldi spiegato ai bambini
Lo voglio, lo voglio, lo voglio. Me lo devi comprare. Ce l’hanno tutti, perché io no? Devo assolutamente averlo.
Quante volte i genitori si trovano a dover fare i conti con il bisogno irrefrenabile di acquistare dei figli, come se dal possesso di questo o quell’altro oggetto dipendesse tutto.
E soprattutto come se i soldi, necessari all’acquisto, crescessero in abbondanza sugli alberi del giardino di casa.
Se è vero che accondiscendere ad ogni loro capriccio è diseducativo e altamente rischioso per le finanze di casa, dire sempre no senza motivare rischia di insinuare in loro un forte senso di frustrazione.
Meglio sarebbe, allora, cominciare presto ad insegnare ai bambini il valore del denaro. Serve a restituire valore alle cose, a non sprecare.
Come si fa
Il primo messaggio importante è sempre l’esempio di mamma e papà. Ma esistono giochi divertenti da poter fare insieme ai nostri bambini che li aiutano a comprendere il valore del denaro e delle cose.
Uno fra tutti è il gioco della torta.
Me lo hanno insegnato quando ero bambino a scuola. Avevo da poco imparato a leggere, a scrivere, a riconoscere i numeri. Un giorno la maestra ci portò una torta di mele comprata in un panificio e ci mostrò lo scontrino con il prezzo evidenziato. Dopo averci fatto assaggiato la torta, consegnò ad ogni bambino una copia con l’elenco degli ingredienti utili per fare la stessa torta. Come compito per casa ci assegnò di controllare il costo di ogni singolo ingrediente e poi di provare a rifare la stessa torta, spendendo meno. Fu un lavorone. Mi feci accompagnare al supermercato diverse volte per verificare il prezzo dei singoli ingredienti e per cercarne altri meno costosi. Non ricordo chi tra noi compagni di classe riuscì a spendere meno, ma ricordo bene che per la prima volta compresi il significato del RISPARMIO, pur non avendo letto la definizione sul vocabolario.
In pratica… Qualche tempo dopo, durante una discussione con i miei genitori in casa, ricordo di essermi fortemente impuntato su un gioco. Volevo me lo comprassero.
Mi risposero che costava molto e che per il momento non ce lo potevamo permettere. Io compresi benissimo quel “per il momento”.
Non mi negavano la possibilità di comprarlo, ma mi invitavano a rinunciare a qualcos’altro, a risparmiare per arrivare, con un po’ di pazienza a poter realizzare il mio desiderio.
Non mi sentii frustrato, ma responsabilizzato. Avevo un obiettivo chiaro. Si trattava di mettere in gioco una strategia utile a raggiungerlo. Esattamente come avevo fatto per l’esercizio della TORTA.
Cominciai a guardarmi attorno e a vedere a cosa di superfluo potevo rinunciare, così da ingrossare il mio salvadanaio. Dopo circa tre mesi e mezzo, nel mio salvadanaio c’era tutto ciò che mi serviva. Quando tornai a casa dal negozio con il mio gioco nuovo in mano ero felice!
Non era solo un oggetto, ma una conquista di cui conoscevo bene il VALORE in termini economici e di IMPEGNO.
a cura di
Damiano Sette
Consulente finanziario