Giochi con tuo figlio?
Consigli per approcciarsi al gioco insieme
Molto spesso giocare con il proprio figlio è percepito come un dovere, un obbligo, qualcosa che se omesso, ci fa sentire in difetto di fronte agli altri genitori o addirittura all’intera società. Ma chi l’ha detto? Chi ha stabilito questa cosa? Sono una ferma sostenitrice che se una cosa ci appesantisce, non ci piace e non è in linea con il nostro essere, non la dobbiamo proprio fare! Certo, qualcuno di voi mi potrebbe obiettare che non sempre si ha scelta. La realtà è che si ha sempre una scelta. Abbiamo sempre la possibilità di scegliere se giocare o meno con nostro figlio. E possiamo decidere anche quando, dove, per quanto tempo e come. Andiamo per ordine.
1. Se non ho voglia di giocare con mio figlio vuol dire che non gli voglio bene? Assolutamente no! Ognuno di noi, quando cresce, rimane più o meno incline al gioco e non c’è un giusto ed uno sbagliato. Se non siete molto predisposti a giocare potete passare il tempo con vostro figlio in altri modi, svolgendo altre attività: guardare qualche cartone alla tv, disegnare, ascoltare musica e molto altro. A dirla tutta, molto semplicemente, potete anche restare nella stessa stanza di vostro figlio immersi nei vostri hobby, senza che necessariamente uno partecipi alle attività dell’altro. Il voler bene non è legato al gioco o a quanto tempo si dedica ad esso, ma è qualcosa che va oltre ogni attività.
2. E se mi chiede perché non gioco mai con lui? Beh, spiegategli con gentilezza le vostre motivazioni, ricordate che vostro figlio non vi sta mettendo sotto processo ma sta cercando solo di capire.
3. Quand’è il momento di giocare? Se è un bambino estroverso ve lo chiederà direttamente, se è più timido magari si limiterà a mandarvi dei segnali non verbali: uno sguardo, un sorriso ad esempio. Non esistono regole precise che indichino il momento esatto in cui far partire i giochi, se non ricevete alcun segnale da vostro figlio seguite il vostro intuito, se tornate a casa dal lavoro e avete voglia di passare del tempo con lui giocando, fatelo. Prima che vi chiediate se è possibile quest’ultima cosa vi dò già la risposta: si. Non tutti i bambini amano giocare con i propri genitori, anzi, alcuni stanno meglio quando si dilettano in giochi solitari, nella propria cameretta, nel loro mondo. Come esistono genitori a cui non piace giocare con i propri figli, esistono bambini a cui non piace giocare con i propri genitori…tutto normale.
4. Quanto tempo devo dedicare al gioco con mio figlio? Anche qui non c’è una regola fissa, non è che se un papà o una mamma giocano per due ore di seguito con il figlio vincono il premio di genitori dell’anno. Il mio consiglio è di dedicare quanto tempo volete al gioco insieme non dimenticando però di lasciare spazio al gioco autonomo di vostro figlio. Giocare sempre insieme non è consigliato. Impedisce, infatti, di sviluppare l’autonomia nel bimbo. Facoltà estremamente importante.
5. Dove e come si gioca? Soprattutto nei mesi invernali, il posto ideale per giocare è la propria casa, ma quando il tempo lo permette anche il parco può andare bene. Ricordiamoci che stare in mezzo alla natura è sempre fonte di benessere. Infine, per quanto riguarda l’aspetto del “come” giocare insieme, premesso che non esiste un manuale d’uso e consumo, il mio consiglio è alternare giochi in cui si va ad allenare la motricità fine (maneggiare oggetti piccoli e grandi dalle varie consistenze), a sviluppare i sensi come quello dell’olfatto, a giochi in cui si lascia spazio alla creatività della mente. Lasciare che il bambino crei la sua storia, inserendovi con le vostre domande e curiosità, è un bel modo per trascorrere del tempo insieme e crescere in armonia.
a cura di
Elisa Greggio
Pedagogista, educatrice, tutor per l’inclusione