Mal di pancia o mal di scuola?
L’inizio della scuola è per i bambini un momento speciale, ricco di novità, un trampolino di crescita verso una nuova fase del ciclo di vita che genera gioia e trepidazione ma può portare anche qualche paura.
Se è normale nei primi giorni il bisogno di avere la mamma vicino, qualche difficoltà nell’addormentamento o un minor appetito sono segnali che devono invece destare dei sospetti se si manifestano improvvisamente nel corso dell’anno scolastico.
Per capire se sintomi come nausea, mal di pancia, mal di testa, difficoltà nell’addormentamento o sonno interrotto sono di natura fisica o psicologica bisogna osservare la loro frequenza e ricorsività.
In particolare bisogna prestare attenzione ai momenti d’insorgenza nella settimana/giornata (es. se la domenica sera o il lunedì mattina), se compaiono anche quando il bambino è impegnato in attività piacevoli (es. il gioco), se passano con la vicinanza del genitore (es. addormentamento insieme). Infatti dal punto di vista psicologico questi sintomi rappresentano una regressione nelle autonomie del bambino che improvvisamente sembra richiedere maggiore vicinanza.
Come capire dov’è il problema?
Per capire cosa sta succedendo bisogna fare attenzione ai cambiamenti in corso in famiglia o a scuola. Solitamente sono questi i due contesti di vita più significativi per il bambino in quanto vi trascorre buona parte della giornata e si giocano li molte delle sue relazioni significative.
Il contesto familiare
Per quanto riguarda il contesto familiare i genitori possono prendersi un momento per confrontarsi notando se ci sono stati episodi significativi successi nel breve periodo: dalle situazioni ad alto impatto emotivo come un lutto o una malattia in famiglia, ad episodi apparentemente trascurabili come ad esempio un brutto film che il bambino ha visto col fratello più grande. Se confrontandosi i genitori non riscontrano nulla di particolare nel contesto familiare e se la ricorrenza dei mal di pancia trova delle coincidenze col calendario scolastico, allora è opportuno chiedersi cosa c’è di nuovo a scuola.
Il contesto scolastico
Anche qui le situazioni scatenanti possono variare molto: dal cambiamento di un insegnate ad un litigio con un compagno fino ad arrivare a situazioni più gravi: atti di bullismo e prevaricazione all’interno della classe. Non è sempre facile sapere dai diretti interessati cosa provoca loro ansia e paura, a volte perché troppo piccoli per riuscire a raccontarlo, altre volte perché bloccati dalla paura stessa o dal timore di ricevere il rimprovero del genitore se per esempio è successo un litigio a scuola dove anche loro sono stati coinvolti. E’ importante parlarne con gli insegnanti. Creare e alimentare un dialogo costante e una stretta collaborazione con gli insegnati è un primo elemento protettivo rispetto alle situazioni di disagio scolastico e relazionale.
Cosa può fare il genitore?
Innanzitutto non serve rimproverare il bambino: il mal di pancia o gli incubi non se li procura intenzionalmente ma sono espressione del suo stato di malessere e stress emotivo. Quel che il genitore può fare è ascoltare e capire. Se il bambino col suo comportamento sta chiedendo maggior tempo con noi per essere rassicurato o per fare con più calma la colazione, vuole dire che è questo che gli dovremo dare perché è ciò che gli serve in questo momento per affrontare la piccola battaglia di crescita che è in corso dentro di sé. A volte può aiutare prendersi un momento tranquillo con lui dove provare a parlare del suo malessere cercando insieme delle strategie per affrontarlo. Può essere utile creare col bambino una sorta di “amuleto protettivo”: un oggetto che insieme avete investito di poteri protettivi e un po’ magici. Basterà che il bimbo lo stringa per sentire la forza e la sicurezza del genitore.
Perché la scuola può fare paura?
La scuola è un contesto sociale molto importante ma non sempre facile per i bambini, che si confrontano con un gruppo molto più numeroso della famiglia, dove è chiesto loro di imparare cose nuove stando però all’interno di alcune regole che inevitabilmente possono risultare a volte incomprensibili e frustranti. La scuola è una splendida palestra di vita! Qui il bambino sperimenta, conosce, cresce e si diverte, mentre, man mano, si allontana dalla dimensione protetta della famiglia per la vita sociale tra i coetanei. E’ un percorso lungo che troverà la sua massima espressione nell’adolescenza, momento per eccellenza di ricerca d’identità e autonomia dalla famiglia.
Quando è il caso di allarmarsi?
I sintomi somatici che coinvolgono l’alimentazione o il sonno sono espressione tipica di alcuni stati emotivi quali l’ansia e la paura, solitamente sono transitori (meno di un mese) andando man mano diradandosi. Diversamente invece se questi disturbi non passano è opportuno fare una visita col pediatra di famiglia per valutare la stato di salute generale Altre volte, nel corso delle settimane, questi piccoli segnali di malessere si trasformano in comportamenti di rifiuto scolastico vero e proprio. Queste situazioni vanno sottoposte quanto prima ad un consulto psicologico specialistico per evitare che possano cronicizzarsi rischiando di compromettere l’abitudine quotidiana di andare a scuola.
a cura di Silvia Guerra, Psicologa e psicoterapeuta