Mamma ho tanto mal di testa

A quante mamme è capitato di dover rispondere al proprio figlio che ci guarda e dice “mamma, ho tanto mal di testa…!”.

Spesso le mamme arrivano velocemente a conclusioni tragiche: se ha mal di testa di certo avrà qualcosa di serio…devo fare subito tutti gli esami…aiutooo!! Altre mamme invece pensano che i bambini non possano soffrire di mal di testa e non danno attenzione alla richiesta di aiuto…

Come comportarci? A cosa pensare? Cosa rispondere?

In realtà il mal di testa nel bambino esiste ed è nella maggior parte dei casi di natura primaria, cioè non causato da nessuna patologia specifica. Solo in pochi casi, invece, la cefalea si chiama secondaria perché è sintomo di una patologia che si manifesta anche con il dolore alla testa. Tra le più frequenti ci sono la sinusite, il difetto visivo, le anomalie dentarie, l’aumento della pressione cerebrale da lesioni che occupano spazio e l’ipertensione. Tutti i bambini possono soffrire di mal di testa, a volte già nel primo anno di vita, anche se con manifestazioni diverse e spesso difficili da riconoscere. L’età tipica è quella scolare e spesso i bambini che soffrono di cefalea hanno almeno un genitore che soffre o ha sofferto di questo disturbo.

Le forme più frequenti sono due:

la cefalea tensiva, in cui il dolore è di solito frontale, descritto come un “senso di peso”, d’intensità lieve o moderata, non tale comunque da impedire al bambino di giocare, parlare e mangiare. Spesso è scatenata da eventi emotivi, da stanchezza, disagio familiare o scolastico, da litigi o incomprensioni. Anche l’uso prolungato di video (smartphone, telefonino, giochi elettronici) possono facilitare gli episodi di cefalea. Non sempre richiede una terapia specifica e il dolore può risolversi anche con il riposo e in una situazione di tranquillità.

l’emicrania: il dolore è più forte, a volte localizzato in un punto preciso, è descritto dal bambino come “sento il cuore in testa”, può accompagnarsi a vomito, fastidio alla luce e ai suoni forti e continui e può portare il bambino anche a rinunciare alle attività più divertenti. In alcuni casi l’attacco è preceduto dall’ “aura”, cioè un even- to che anticipa il dolore, come la visione di lucine o macchie scure, formicolio ad un braccio o dolore addo-minale.

Ma torniamo al nostro bimbo che ci dice “mamma, ho male alla testa”…
Quali sono le prime cose da fare? Dobbiamo innanzitutto osservarlo, vedere se il suo aspetto è cambiato (pallido, con occhiaie, sofferente?), se interrompe le sue attività per cercare silenzio e tranquillità, se evita i video (telefono, tablet), se il dolore continua o dura pochi minuti. In certi casi, quando, nonostante la tranquillità ed il riposo, il dolore non passa o quando il dolore è da subito molto forte e invalidante, è indicato somministrare un farmaco antidolorifico e valutare sia l’effetto che il tempo necessario perché si abbia beneficio (se dopo 5 minuti è passato tutto, è difficile che sia merito del farmaco!).

La mamma dovrà poi tener conto di tutti gli episodi di mal di testa, scrivendo il cosiddetto “diario della cefalea”, perché anche la frequenza e l’andamento degli episodi hanno una grande importanza per valutare la necessità di eseguire esami approfonditi. Se ci sono delle situazioni particolari come una frequenza alta di episodi (quasi tutti i giorni), risvegli notturni del bambino per il forte dolore alla testa o quando contemporaneamente si associano altri cambiamenti o nuovi sintomi è utile parlarne subito con il Pediatra che, mettendo insieme la storia del bambino, le caratteristiche del mal di testa e la visita, deciderà cosa è più appropriato e indicato per risolvere il problema.

F.Rigon

a cura della dottoressa
FRANCESCA  RIGON
specializzata in Neurologia Pediatrica
in servizio presso il reparto di Pediatria dell’Aulss 5

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