Sos Febbre

Dall’inizio dell’inverno l’influenza quest’anno non ha dato tregua, né ai grandi, né soprattutto ai più piccoli.
Mal di gola, tosse, vomito, spossatezza ma soprattutto febbre, tanta febbre.

E’ la dottoressa Giovanna Passarella, medico specialista in Cardiologia infantile in servizio presso il reparto di Pediatria dell’Asl 5, ad aiutarci a capire i sintomi e a gestirli.

Quando di fronte alla febbre del bambino dobbiamo preoccuparci?
termomInnanzitutto dipende dall’età del piccolo. Nel neonato (fino ad 1 mese) e nel lattante (fino ad 1 anno) una febbre anche di bassa entità, tipo 37°C o 38°C, potrebbe essere indicazione di un’infezione in atto.
Quindi è sempre bene non sottovalutare.
Quando l’età del bimbo sale il criterio per fare una valutazione non è tanto l’entità della febbre, quanto piuttosto lo stato generale del bambino. Se, ad esempio, un bambino ha la febbre anche alta ma riesce a muoversi, risponde, si nutre, ha voglia di giocare, possiamo credere che la febbre sia sintomatica di una infezione non grave che deve fare il suo decorso, senza preoccuparci troppo.
Se, al contrario, un bimbo anche con una febbre di entità inferiore, è dolorante, lamentoso, ha il collo rigido o è immobile, poco reattivo a qualunque stimolo, inappetente, o presenta un colorito particolarmente pallido, allora è opportuno fare valutare la situazione al più presto.
Nessuno più di una mamma sa valutare la condizione di salute generale del suo bimbo.

C’è poi un altro aspetto di cui tenere conto: l’ansia di un genitore.
Quando questa prende il sopravvento è consigliabile rivolgersi al proprio pediatra che saprà rassicurare i genitori ed istruirli adeguatamente a gestire la situazione con la calma e la serenità, elementi essenziali per aiutare il proprio bambino a guarire presto.

E quando c’è il vomito? Nelle gastroenteriti il vomito è il primo sintomo a comparire e sparisce solitamente dopo 12 – 24 ore. La cosa importante (vale anche per la febbre) è continuare ad idratare. Talvolta il bimbo non trattiene nemmeno l’acqua ecco perché si consiglia di usare un cucchiaino da caffè per fargli bere poco alla volta del liquido magari zuccherato come thè…

bambina-antibioticoE’ opportuno sempre l’antibiotico?
Nelle infezioni virali gli antibiotici non sono efficaci ed inoltre creano grandi resistenze. Significa che se usati spesso ed in modo inappropriato rischiano di essere inefficaci. Di fronte alla febbre è sempre bene attendere qualche giorno prima di decidere e lo si deve fare sempre sotto sorveglianza del pediatra.

 

C’è un modo per proteggere i nostri bimbi dalle influenze?
Una corretta e ripetuta pulizia delle mani protegge dalla trasmissione di molte infezioni, anche respiratorie. Esistono poi i vaccini, anche contro l’influenza, raccomandabili ai bambini con cardiopatie e altre malattie congenite e suggeriti anche per quei bimbi di base sani che frequentano scuole, asili, dove il contatto costante con gli altri li espone ad un rischio maggiore di contagio.

E dopo l’influenza come lo riabilitiamo?
Garantire l’idratazione è la prima cosa. L’altra è alimentare correttamente il bimbo, con una dieta leggera che progressivamente diventa varia e ricca. Il processo deve avvenire gradualmente. Per garantire la ricchezza nella dieta esistono anche dei validi integratori che possono essere d’aiuto nel caso in cui il bimbo rifiuti frutta o verdura.

Prima di reinserirlo a scuola è bene aspettare almeno 48 ore dalla scomparsa della febbre. Ciò perché il bimbo potrebbe essere suscettibile a nuove forme influenzali o potrebbe essere ancora contagioso.

Vale sempre la pena fare una rivalutazione dello stato di salute dal pediatra per assicurarsi che sia completamente guarito.

L’esame del sangue può essere utile ad una valutazione complessiva?
L’esame del sangue per un bimbo è sempre un esame fastidioso, che genera paura e dolore. E’ indubbiamente utile al medico per raccogliere dei dati obiettivi sulla condizione del paziente, ma proprio per questo deve essere indicato dal medico stesso che ne suggerisce anche la tempistica. Ci deve essere, cioè, un sospetto clinico tale per cui la rilevazione di quei dati possa essere ritenuta opportuna e utile. In caso contrario è da sconsigliare.

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a cura della dott.ssa Giovanna Passarella, medico specialista in Cardiologia infantile in servizio presso il reparto di Pediatria dell’Asl 5

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