Attenti a quei piedi

Il piede si forma durante la vita intrauterina seguendo una precisa sequenza che lo porta ad avere l’architettura che presenta al momento della nascita.

Dopo la nascita il piede continua a formarsi crescendo non solo di misura ma anche cambiando la propria architettura sotto l’influenza della forza di gravità e della contrazione muscolare.

Il piede quindi si presenta nei primi mesi di vita piatto con un calcagno valgo (deviato verso l’interno) per divenire progressivamente un piede con un calcagno allineato e con un arco plantare. Se questo processo non avviene correttamente il calcagno può rimanere valgo e non si viene a costituire la volta plantare.

Si parla di piede piatto idiopatico, ovvero di cui non si conosce la causa, che rappresenta circa l’80% di tutti i piedi piatti dell’infanzia. Spesso si associa ad una lassità legamentosa generalizzata che può comportare agli arti inferiori un valgismo delle ginocchia. Se è presente anche un sovrappeso ponderale il valgismo del ginocchio e il piattismo del piede possono peggiorare.
Solo un 20% dei piedi piatti riconoscono una causa eziologica e vengono definiti piedi piatti sintomatici. Le cause che lo sostengono possono essere sia di natura ossea che muscololegamentosa che neuromuscolare. In questo caso bisogna intervenire sia con ortesi come plantari e calzature che con la chirurgia.

Il trattamento del piede piatto idiopatico è controverso poiché in letteratura vi sono studi che dimostrano come il piede migliori nella maggior parte dei casi spontaneamente e come il trattamento ortesico non influenzi la sua storia naturale.
La prescrizione di un plantare può essere indicata, generalmente dai 3 ai 9-10 anni, in quei bambini che presentano un piede piatto di 3° (scomparsa di tutto l’arco plantare), una lassità legamentosa, un sovrappeso ponderale, un valgismo del retropiede e del ginocchio e una scarsa capacità di correzione della volta plantare quando si induce una contrazione muscolare come in punta di piedi.

I plantari possono essere di vari materiali e di varie forme, con l’obiettivo di riallineare il calcagno e ricreare la volta plantare. Generalmente si consiglia di inserirli in calzature alte con rinforzi sul retropiede (forti), flessibili e ben allacciate.

Lo sport viene sempre consigliato per facilitare lo sviluppo dei muscoli della volta plantare, favorendo sport contro gravità (pallavolo, basket, danza ecc.) rispetto ad esempio al nuoto. Anche alcuni semplici esercizi di fisioterapia possono risultare utili come il camminare sulle punte e sul bordo esterno dei piedi, il raccogliere oggetti con le dita dei piedi e tante altre situazioni che facilitano la cavizzazione della volta plantare.
Se il bambino è in sovrappeso si consiglia di porre attenzione a questo elemento poiché può accentuare lo schiacciamento della volta plantare.

Utili sono anche semplici indicazioni di igiene motoria come evitare di camminare scalzi sul pavimento di casa, mentre va facilitato il cammino a piedi scalzi fuori casa come sulla sabbia, sull’erba poiché il piede ha bisogno di informazioni percettive per attivare la propria muscolatura (basta pensare alla “fatica” che tutti noi facciamo quando camminiamo ad esempio sulla sabbia, attivando la muscolatura della volta plantare).
Il piede infatti non è solo un organo di moto ma anche un organo di senso: coglie informazioni sulla natura del terreno su cui camminiamo, e a seconda del tipo di informazioni raccolte, attiva circuiti neuronali che facilitano le reazioni di sostegno, equilibrio e di paracadute o di difesa (se si perde l’equilibrio) di tutto il corpo.

Un piede con un appoggio corretto manda al sistema nervoso informazioni corrette al mantenimento di una buona postura e all’equilibrio di tutto il corpo.

AnnaMarucco

 

 

a cura della dottoressa
Anna Marucco
Responsabile di Equipe Bambini

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