Autismo

Conoscere senza avere paura

Care mamme, giorno dopo giorno ognuna di noi cerca di guidare e sostenere i figli durante il loro percorso di crescita.
Questo cammino è caratterizzato da sfide, scoperte e piccole grandi conquiste che sono alla base dello sviluppo psicologico ed emotivo.

Spesso i loro progressi sono accompagnati da piccole difficoltà e fallimenti che tendono ad essere fonte di preoccupazione.
Nella maggior parte dei casi queste difficoltà sono fisiologiche e transitorie, mentre in determinati casi si tratta di problematiche che necessitano di un approfondimento.

Oggigiorno gli strumenti di ricerca e di diagnostica medica permettono di identificare precocemente disturbi dell’età evolutiva che se trattati con tempestività possono modificarsi e migliorare nel tempo.
Per questa ragione è importante riuscire a riconoscere alcuni segnali premonitori in modo tale da potersi rivolgere immediatamente agli specialisti di riferimento.

Tra le varie patologie che riguardano lo sviluppo del bambino vi sono i disturbi dello spettro autistico (meglio conosciuti con il termine autismo) problematica questa che spaventa moltissimo i genitori.

L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita.

Lo sviluppo alterato interessa principalmente 3 aree:
• La comunicazione sociale
• L’interazione sociale reciproca
• Il gioco funzionale e simbolico

I bambini con autismo presentano sempre una compromissione del linguaggio, a volte anche molto grave, fino all’assenza totale dello stesso e difficoltà ad interagire con gli altri.
Inoltre presentano un insieme molto ristretto di interessi con comportamenti ripetitivi e stereotipati (ad esempio dondolio o sfarfallio delle mani).
Altre caratteristiche possono essere impaccio motorio, reazioni bizzarre agli stimoli sensoriali, disturbi del sonno, selettività alimentare, difficoltà di fronte ai cambiamenti o agli imprevisti e mancata risposta alle indicazioni verbali.

Le cause sono tutt’oggi ancora sconosciute ma si pensa siano prevalentemente di natura genetica con un elevato tasso di ereditarietà.
L’aspetto genetico è molto complesso e coinvolge più geni (15-20).
Proprio per questa complessità multigenica il disturbo può variare notevolmente.
L’incidenza è di 10-13 casi ogni 10.000 nati e la prevalenza riguarda il sesso maschile in un rapporto di 4:1.

La diagnosi e la presa in carico dei bambini con disturbo dello spettro dev’essere effettuata da un’equipe multidisciplinare composta tipicamente da diversi specialisti tra cui il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il logopedista e lo psicomotricista.

La prima figura di riferimento per il genitore rimane comunque sempre il pediatra che può guidare e sostenere la famiglia lungo questo percorso.
È quindi di fondamentale importanza, per qualsiasi dubbio o paura derivante dai comportamenti del bambino, parlarne con il pediatra e valutare insieme a lui quali approfondimenti diagnostici siano eventualmente da prendere in considerazione.

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a cura di
Sara Monzo
Logopedista

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